San Marino e i vaccinati di Serie B: chi ha avuto lo Sputnik rischia di fare il tampone

San Marino

Quale destino attende i sammarinesi vaccinati Sputnik a 24 ore dalla scadenza della deroga al green pass italiano? Ecco il nodo gordiano che neanche il colpo di spada degli accordi bilaterali sembra poter sciogliere. Mentre il Titano trattiene il fiato, ad affrontare la questione è stato il direttore della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, all’indomani dell’incontro a Roma dei funzionari italiani con Roberto Ciavatta e Luca Beccari, Segretari rispettivamente alla Salute ed agli Esteri. Proprio riguardo ai vaccinati con il siero russo, Rezza ha precisato che «bisogna tutelare anche la comunità che li ospita circa la sicurezza». Due quindi le soluzioni al vaglio. «Effettuare un’ulteriore dose con un vaccino approvato da Ema o – ha concluso - riconoscere tout court i cicli vaccinali fatti all'Estero». I rumor darebbero per probabile la deroga al 28 febbraio, «data della scadenza del certificato verde in Italia», ma a profilarsi all’orizzonte sono soprattutto gli interrogativi. Intanto dal Palazzo pubblico fanno sapere che il confronto con il Belpaese è «ancora in corso e che i lavori proseguono alacremente». All’Iss invece c’è già una data segnata sul calendario «il 19 ottobre quando si riunirà la Commissione vaccini». Certo è che sulla questione dovrà esprimersi anche l’Ema, perché finora l’Ue ha lasciato libertà di scelta ai singoli Paesi. Con tutte le criticità del caso per i sammarinesi. Intanto il fondo di investimento russo si augura un’approvazione di Sputnik entro l’autunno, almeno da parte dell’Oms. Ma nello scenario peggiore, senza una deroga dopodomani, i cittadini dell’Antica Repubblica saranno costretti ad effettuare a proprie spese un tampone ogni 48 ore per accedere fuori territorio. Poco importa se si tratta di lavoro e studio o al contrario della partecipazione a eventi sportivi, concorsi o spettacoli. Esibire un test negativo sarà indispensabile del resto per sedersi al chiuso in un bar o farsi una nuotata in piscina. O peggio ancora per visitare parenti nelle rsa o negli ospedali stranieri.

Chiarezza urgente

Così alla luce delle ipotesi che si rincorrono in queste ore, il Segretario di Libera, Matteo Ciacci sottolinea: «Siamo in attesa di conoscere le decisioni dell’Italia. Speriamo avvengano il prima possibile anche perché tanti lavoratori devono organizzarsi». E rileva: «Se si andrà verso la deroga spero ci sia una comunicazione massiva sul territorio italiano per evitare di incombere nelle difficoltà di riconoscimento che ci sono state in questi mesi: studenti, lavoratori, imprese spesso discriminati. Auspico davvero – conclude -un riconoscimento della nostra importante campagna vaccinale».

Vaccinati di serie B

In linea il Segretario generale dell’Usl, Giorgia Giacomini: «Come sindacato abbia sempre sostenuto, pur nel rispetto della libertà di scelta individuale, la necessità collettiva di vaccinarsi». Eppure «senza proroghe o sviluppi ci saranno numerosi studenti e 1200 persone che lavorano in Italia costretti a tamponi su tamponi come vaccinati di serie “B”». Tant’è che, segnala, già si vocifera che «potrebbero non esser rinnovati vari contratti a tempo determinato». Stessa frequenza di pensiero per Miriam Farinelli, esponente di Rf. «A questo punto mi aspettavo qualcosa di più tangibile, invece navighiamo nell’incertezza, forse con una deroga sino a dicembre». Nel frattempo gli studenti universitari Amedeo Rossi e Nicola Morganti che a settembre avevano lanciato una petizione per puntare i riflettori sulla situazione, hanno raccolto oltre duemila firme ed incontrato i Capitani Reggenti che, raccontano, li hanno «rassicurati». Ora attendono che il governo italiano emani il «decreto di proroga fino al mese di dicembre, come ci è stato riferito». Al riguardo affermano: «I rapporti internazionali tra i 2 Paesi difettano da una parte delle tempistiche più ingombranti dell’Italia, dall’altra dell’assenza di una solida posizione istituzionale della piccola Repubblica». Quindi «l’unico vero modo per San Marino di esercitare la sua piena sovranità è innanzitutto il coltivare una relazione sana e virtuosa con l’Italia». Ma ribadiscono lo «sconcerto» perché l’evidenza scientifica dell’efficacia di Sputnik «comprovata da dati sulla produzione anticorpale e dalla nostra stessa esperienza empirica, viene messa in secondo piano quando va presa una decisione che ci appare, inevitabilmente, solo politica».

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