Il bilancio di previsione 2026-2028 diventa una battaglia a colpi di emendamenti. Perché a inizio seduta ce ne sono ben 151 sul piatto e dopo una giornata di discussione in aula in calendario ne restano ancora 130. Così per evitare una maratona senza confine in consiglio grande e generale, maggioranza e opposizione hanno cercato di trovare una soluzione. I partiti di governo hanno chiesto alle tre forze di opposizione di tagliare gli emendamenti a 5 o 6 ogni partito. In cambio si sono detti disponibili a valutare nel merito le proposte senza alzare un muro a priori. Come è avvenuto fino a ieri.
La prova la si era avuta sin dalla mattina quando tra i veleni gli 8 emendamenti dell’opposizione erano stati respinti al mittente.
Si era partiti con la maggioranza ad accusare gli avversari di voler «fare ostruzionismo». Un’accusa a cui replica Gian Nicola Berti di Alleanza Riformista: «Non ci si può confrontare su 100-150 argomenti simultaneamente in piena notte senza possibilità di approfondire». Dall’opposizione si lamenta invece «la linea di chiusura di maggioranza e governo, e la mancanza di confronto politico nel merito delle proposte». Giovanni Maria Zonzini (Rete), in particolare, picchia duro puntando l’indice su un «cinico silenzio» e un «mutismo selettivo» di fronte ai problemi concreti di famiglie e imprese. Enrico Carattoni (Rf) rincara parlando di un’aula «svuotata del suo ruolo», dove «non c’è neanche la dignità di dire discutiamone o trasformiamo l’emendamento in un ordine del giorno». Intanto l’opposizione denuncia l’assenza dei segretari competenti durante il dibattito.