Cinque istanze d’Arengo per difendere i bambini dai pedofili. Secondo una tradizione che affonda le radici nel passato storico del Titano, la domenica che segue all’insediamento dei capitani reggenti, si consente ai cittadini di presentare richieste, purché di pubblico interesse, consegnandole nelle mani del Segretario agli Interni (in questo caso Andrea Belluzzi) che ne dà lettura davanti alla reggenza.
Così nella giornata di domenica scorsa, il gruppo “Genitori sammarinesi” ha avanzato non una ma sei istanze d’arengo su un totale di 30 con l’obiettivo di tutelare i bambini e i luoghi da loro frequentati. Segnale, questo, che sono lungi dallo smorzarsi le preoccupazioni, dopo il caso di Steven James Raul, cittadino sammarinese condannato in Italia per violenza sessuale aggravata e continuata su minori, peraltro rimasto a contatto con bambini e adolescenti fino al giorno del suo arresto tra incarichi nel mondo del calcio e mansioni nelle mense di un nido.
«Confidiamo – commentano dal comitato - che la nuova reggenza (formata da Matteo Rossi e Lorenzo Bugli, ndr) possa aiutarci a ritrovare fiducia nel nostro Stato e sicurezza per i bambini. Ora bisogna agire, basta solo parlare». Ma cosa chiedono nel dettaglio? Istituire due registri, l’uno per reati di pedofilia e l’altro per reati a sfondo sessuale; negare la possibilità di cancellare dal casellario giudiziario tali reati; rendere i bambini capaci di riconoscere il pericolo; obbligare settore pubblico, privato e associazioni di volontariato a verificare l’esistenza di accuse o condanne per reati contro minori a carico dei candidati.
Proprio ieri è tornato sul vulnus anche Domani-Motus Liberi che, dalle file dell’opposizione, ha ribadito con forza: «Non accetteremo che questa vicenda si concluda con scuse di circostanza o promesse di futuri miglioramenti». E ancora: «San Marino ha ratificato la Convenzione di Lanzarote assumendo impegni precisi per proteggere i minori da abusi e sfruttamento sessuale. Tradire tale spirito rifugiandosi dietro risposte evasive o silenzi complici significa mancare di rispetto non solo a obblighi internazionali, ma soprattutto ai nostri cittadini più vulnerabili». Per questo invocano: «Dimissioni da parte di chi ha mancato riforme urgenti e strutturali del sistema di protezione e un impegno concreto per impedire che fatti simili possano ripetersi. La sicurezza dei bambini deve venire prima di tutto».