San Marino, caimani e serpenti in casa, scatta la multa: “Animali esotici detenuti illecitamente”

San Marino

Multa di 4.500 euro per detenzione di animali pericolosi e a rischio estinzione. La vicenda prese avvio nell’estate del 2023, quando, per salvare la vita a un giovane morso dalla vipera della sabbia che teneva nella sua abitazione, i volontari della Croce Rossa partirono alla volta della Svizzera, per raggiungere nottetempo l’unica farmacia che, nella facoltà medica dell’Università, aveva a disposizione l’antidoto. Dopo 14 mesi, nell’ottobre del 2024, si sfiorò di nuovo la tragedia: lo stesso ragazzo fu aggredito alla mano dal medesimo serpente: la Cerastes Cerastes, originaria del Nord Africa. Anche allora finì in terapia intensiva presso l’ospedale di Stato.

Gli sviluppi

Proprio in quest’ultima circostanza, il servizio veterinario del Titano ha avviato l’indagine poi sfociata nell’ispezione della casa e del garage dove il ragazzo ospita numerose specie tropicali e protette (oltre che dal morso potenzialmente letale) tra cui serpenti, gechi, ragni e caimani nani che avrebbe tentato invano di far accoppiare. Nel pittoresco zoo non mancavano specie a rischio estinzione come ad esempio il Morelia viridis, pitone diffuso tra Nuova Guinea, Australia e isole indonesiane, inserito a pieno titolo nel Cites, l’elenco che salvaguarda gli esemplari più rari al mondo.

La sentenza

Animali, che vivevano in teche e terrari, dopo esser sbarcati sul Titano sprovvisti sia di titolo autorizzativo, come ha fatto notare la procuratrice fiscale Giorgia Ugolini, sia del registro previsto dalle norme Cites, oltre che dalla legge sul commercio e la detenzione di animali pericolosi. A nulla è valso invocare la buona fede del giovane che, come ricordato dai legali della difesa, Stefano Pagliai ed Elena Zaghini, ha tentato di regolarizzare la situazione in cui l’aveva condotto la passione per le creature esotiche. Il commissario della Legge, Adriano Saldarelli, ha comunque sanzionato il loro assistito con una batosta da 4.500 euro, rigettando la richiesta di assoluzione. Una sentenza, quella emessa, nient’affatto scontata considerando che il quadro normativo per casi particolari come questo si offre a interpretazioni molteplici, come dimostrato dalle posizioni antitetiche tra difesa e accusa. Il giudice ha tuttavia stabilito che, anche in assenza di dolo, l’omissione di atti dovuti resta punibile. La battaglia legale continuerà ora in secondo grado, come preannunciato dai legali dell’imputato.

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