Verso l’Europa difendendo la pace. La solenne cerimonia che ieri ha segnato il nuovo semestre reggenziale, con l’avvento dei nuovi Capi di Stato Lorenzo Bugli e Matteo Rossi, ha toccato un’ampia gamma di corde emotive e altrettanti temi.
San Marino, Bugli e Rossi: il giuramento dei Capitani reggenti


Il nunzio apostolico
Ne è testimonianza il discorso tenuto da Petar Rajic, nunzio apostolico e decano del Corpo diplomatico e consolare accreditato, che ha definito il rituale cambio di reggenza, che affonda le sue radici nel Medioevo, «come un esempio di comunità, solidarietà e indipendenza mostrando una comunità millenaria che tanto ha ancora da offrire al mondo». D’altronde, in questi stessi giorni, anche l’80a Assemblea generale delle Nazioni Unite, è imperniata sul titolo “Better together”. Una riflessione, questa, ripresa dalla reggenza condividendo l’assunto «per cui l’Ue è un’unità nella diversità e non un nemico delle identità permettendo - rimarcano - l’integrazione europea di condividere e valorizzare ciò che siamo e ciò che vogliamo essere».
Alla futura intesa tributano uno spazio speciale «visto che - aggiungono ancora i reggenti - fortificherà la nostra sovranità, rafforzerà lo sviluppo economico, offrirà nuove opportunità a lavoratori e imprese, stimolerà la pubblica amministrazione, sosterrà la formazione accademica e un orizzonte culturale e scientifico più ampio» con nuove traiettorie di crescita per i giovani.
Prossima fermata: Europa
«Affronteremo il percorso con coraggio, consapevolezza e senza tentennamenti - ribadiscono - fieri di essere un Popolo d’Europa libero da 1700 anni e custode di una Repubblica che ha resistito alle intemperie della storia».
In quest’ottica la pace deve essere l’orizzonte «di ogni politica, scelta e relazione internazionale»: dal recente riconoscimento dello Stato di Palestina alla via del negoziato politico, per favorire la soluzione del conflitto russo-ucraino. Il pensiero della coppia reggenziale va infine agli anziani dimenticati «radici vive della nostra identità», ma anche ai ragazzi «che chiedono di immaginare un futuro in cui restare a San Marino, quale scelta di vita non rinunciataria bensì consapevole e motivata». Poi la menzione del 70° anniversario dell’Istituto Sicurezza Sociale fondato dalla lungimiranza dei padri.
L’invito finale invece è quello di partecipare alle elezioni imminenti per le Giunte di Castello «essendo le istituzioni di prossimità il cuore pulsante della vita comunitaria».