San Marino, anziana morta nella Rsa. La figlia: “Risarcimento ancora bloccato”

Anziana morta alla rsa, risarcimento bloccato. I fatti risalgono al 13 giugno 2022 quando una paziente 86enne, fino ad allora ospitata alla rsa (residenza sanitaria assistenziale) Casale la Fiorina, venne trasportata nel reparto di geriatria dell’ospedale di San Marino dove spirò in 24 ore. Tempo tre giorni e la figlia della donna sporse denuncia per presunte irregolarità e carenze nella gestione clinica della degente. Nel mirino finirono 7 infermiere più un medico della rsa dove la donna, ospitata dal 2021, era arrivata a pesare 30 chili. Già indebolita da altre patologie, oltre che da difficoltà di deglutizione, l’anziana era stata alimentata per mesi per via endovenosa finché l’impianto fu asportato senza, secondo le contestazioni, comunicare questa scelta ai familiari. All’epoca dei fatti, a causa dei vincoli dettati dalla pandemia, erano precluse le visite dei parenti agli ospiti della rsa. «Nessuno mi ha ancora chiesto scusa - esordisce la figlia dell’86enne - e nessuno ha provveduto ad un risarcimento, sebbene l’assicurazione dell’Iss (istituto sicurezza sociale) abbia accertato che ci sono gli estremi per procedere a risarcire con una cifra onorevole. Dopo che ho presentato denuncia non c’è stato un rinvio a giudizio in sede penale, ma il provvedimento di archiviazione del commissario della legge, Elisa Beccari, ha comunque evidenziato una negligenza sanitaria e medica aprendo le porte a una causa civile e al risarcimento in tale sede. Ma non basta. Anche il giudice delle appellazioni, Renato Bricchetti, ha confermato la negligenza proprio come il consulente del tribunale, Armando Zammarchi». Per il perito occorreva infatti proporre un metodo diverso «rispetto al sondino nasogastrico per consentire l’alimentazione diretta attraverso lo stomaco».
«Una morte straziante»
A quel punto, prosegue nel suo racconto la signora, l’Iss ha aperto un contenzioso con la sua assicurazione che, dopo ulteriori verifiche, ha proposto il risarcimento. Si arriva così al 4 luglio scorso quando «dopo infinite riunioni e relazioni criptate» il comitato valutazione sinistri dell’Iss si riunisce con i membri sammarinesi e un responsabile dell’assicurazione. Morale? «In barba al parere favorevole di giuristi e legale, dell’assicurazione e di vari membri del comitato, altri si sono opposti - fa presente la donna - e a mio avviso senza una valida motivazione». Da qui il suo j’accuse. «Mi vien da pensare - non la manda a dire - che l’aver bloccato l’iter dipenda da diatribe personali o ripicche, visto che sono un’ex dipendente dell’Iss. L’indomani ho denunciato l’ennesimo fatto presso il Tribunale unico perché ritengo di esser vittima di un abuso e di una omissione». Così è stato riaperto un fascicolo penale che è tornato in mano al magistrato Beccari. «Mi chiedo - conclude esasperata - come si possa esser tanto superficiali davanti a una morte così straziante. È arrivato il momento in cui ognuno si prenda le sue responsabilità e in punta di diritto paghi sia in senso morale che materiale».
carla dini