San Marino, aggredita sul lavoro da un collega: “Le ha stretto le mani intorno al collo”

Aggressione a una donna sul luogo di lavoro, il governo valuta il giro di vite sulla violenza di genere. «Prima le ha stretto le mani attorno al collo cogliendola di sorpresa, fino a farle quasi perdere i sensi e poi, all’arrivo dei colleghi, l’ha spinta contro un macchinario causandole un trauma alla testa»: è la ricostruzione fornita dalla Confederazione democratica dei lavoratori sammarinesi. L’episodio risale a giovedì mattina e, stando alle prime informazioni giunte dal sindacato, l’aggressore avrebbe continuato a lavorare sino a fine turno, mentre la vittima, una coetanea, 62enne, in stato di semincoscienza, veniva soccorsa dagli altri dipendenti. Allertato il 118, la frontaliera è stata trasportata in pronto soccorso dove ha ricevuto una prognosi di 6 giorni. Sul luogo è accorsa la gendarmeria per gli accertamenti del caso. L’auspicio della Confederazione è che i titolari dell’impresa prendano presto provvedimenti. Intanto la vittima si è già rivolta ai gendarmi per sporgere denuncia. «Come non bastasse l’episodio già gravissimo, - osservano dal sindacato - il tutto si è consumato su un luogo di lavoro, davanti a testimoni, a ribadire come la violenza di genere sia un fenomeno sempre più presente nella nostra realtà e per questo vada con maggior forza contrastato». Lo sconcerto della Cdls è soprattutto per la reazione dell’azienda che non avrebbe preso «alcun provvedimento tempestivo nei confronti dell’aggressore evitando di allontanarlo subito dal posto di lavoro».
Pari opportunità
Proprio in questi giorni è al lavoro il tavolo tecnico conseguente alla firma del “Piano nazionale pluriennale sull’eliminazione della violenza, delle molestie e delle discriminazioni nel mondo del lavoro”. Perciò l’Authority per le Pari Opportunità ha chiesto la modifica della normativa e tra le proposte spicca quella condivisa dalla Csu (Centrale sindacale unitaria), che prevede proprio l’allontanamento dell’aggressore dal luogo di lavoro.
«Atto inqualificabile»
Ad accogliere «con serietà» le preoccupazioni espresse dalle organizzazioni sindacali è la segreteria di Stato per il Lavoro che esprime «la più ferma condanna e la più profonda solidarietà alla lavoratrice, vittima di un inqualificabile atto di violenza di genere perpetrato sul luogo di lavoro». «Ogni ambiente lavorativo - dichiara il segretario di Stato per il Lavoro, Alessandro Bevitori - deve essere un santuario di sicurezza, rispetto e dignità per tutte le persone, in particolare per le donne, che troppo spesso sono ancora bersaglio di inaccettabili prevaricazioni. La violenza di genere, quando si manifesta nel contesto professionale, non solo lede la persona, ma mina i fondamenti stessi della nostra convivenza civile e i principi di equità». Ora seguirà con la massima attenzione l’evoluzione della vicenda e nutre piena fiducia nell’operato delle autorità competenti affinché facciano piena luce sui fatti. Quanto alle proposte di modifica della legislazione sono già «oggetto di attenta disamina».