Rapporti fra San Marino e Russia, l’Economist lancia l’allarme

San Marino

SAN MARINO. San Marino amico della Russia «in modo allarmante». Le pesanti accuse vengono dal giornale britannico Economist in un articolo uscito il 24 aprile scorso. Che lamenta un rapporto, quello tra i due Paesi, così sottovalutato dai vicini europei da risultare «causa di preoccupazione rilevante» sebbene il microstato abbia votato la mozione dell’Onu che chiede a Mosca di ritirare le truppe dai territori invasi.

Un po’ di storia

Nel 2014 il Titano non ha aderito alle sanzioni dell’Occidente contro Mosca dopo l’invasione della Crimea mentre nel 2019, come sottolinea l’Economist, all’indomani dell’occupazione dell’est ucraino dalle truppe di Vladimir Putin, il microstato invitò in visita il ministro russo agli Esteri Sergej Lavrov. Al 2021 risalgono infine l’acquisto dei vaccini anti Covid russi e l’intesa contro le restrizioni sui visti. Per il dietrofront, secondo la testata britannica, bisogna attendere l’invasione dell’Ucraina dell’anno seguente.

Volti nel mirino

L’articolo tira in ballo diplomatici legati a Putin: Emmanuel Gout prima nominato (nel febbraio 2022) ambasciatore straordinario di San Marino (a luglio 2023) e poi d’Algeria. A far storcere il naso agli inglesi sarebbero i controversi affari di Gout tra cui la vendita di armi nonché la nazionalità russa ottenuta nel 2020 sebbene il governo sammarinese ribatta che al momento dell’incarico non risultasse.

Non è l’unico esempio di legame tra i due Stati, rincarano dall’Economist, che sbatte nel mirino anche l’attuale ambasciatore in Giordania, Luca Pellicciari (dal 2014 al 2017 console onorario russo a Bologna) nonché il console onorario a Mosca, in carica sino allo scorso febbraio: Vladimir Lisin, terzo uomo più ricco della Russia secondo la rivista “Forbes”. Peccato, si obietta, che il suo nome non compaia nelle sanzioni dell’Unione europea a cui San Marino aderisce. A metterci il carico da dieci spunta infine un ex ufficiale dei servizi segreti italiani che bolla la piccola Repubblica come «un paradiso per spie».

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