San Marino, monito di Ssd: «I diritti devono ancora crescere»

SAN MARINO. Ieri la Repubblica di San Marino ha celebrato la Festa dell'Arengo, prima forma di governo del piccolo Stato che riuniva i capi famiglia. L’Arengo venne convocato infatti per la prima volta il 25 marzo 1906 nella Pieve e vi parteciparono 805 capi famiglia. L’anniversario di questo giorno, è l’occasione per il partito capofila della maggioranza, Sinistra socialista e democratica, di svolgere alcune riflessioni sul ruolo della cittadinanza nel terzo millennio e sulla difesa dei diritti umani. «Non ci si può infatti limitare al ricordo della straordinaria conquista del diritto di voto da parte dei padri nobili della sinistra sammarinese - si legge in una nota di via delle Tamerici - ma va esteso il ragionamento alla ampissima sfera dei diritti civili e sociali su cui ancora oggi debbono essere compiuti significativi passi in avanti nel nostro Paese, non solo in termini politici ma anche culturali». Ssd si riferisce ai diritti umani «che spettano a qualunque individuo semplicemente per il fatto di essere tale: universali e irrinunciabili, sono patrimonio comune e nessuno stato, nessuna legge può estinguerli o comunque modificarli». E riconosce che ai giorni nostri «l'evoluzione della società, il cambiamento dello scenario storico e politico, il fenomeno dell'immigrazione e l’emergere delle città cosmopolite hanno portato alla necessità e allo sviluppo di nuovi diritti umani - aggiunge la nota di Ssd - i diritti di terza generazione, ovvero diritti moderni, legati strettamente all’attualità». Si intende sotto tale definizione il diritto alla solidarietà, alla pace, al rispetto dell’ambiente, allo sviluppo, per cui «si sta per ottenere il riconoscimento internazionale». Rispetto a questi diritti di terza generazione però «gli sforzi per la loro sistemazione giuridica a livello internazionale non sono al momento sufficienti - lamenta Ssd - non c’è un progresso concreto, l’obiettivo primario diventa pertanto educare e sensibilizzare ai diritti umani, farli conoscere, altrimenti non si può né rivendicarli né lottare per essi». E si richiama all'impegno in questo senso nella scuola: «C’è necessità di educazione alla convivenza civile e democratica, fondata su valori universali, sul rispetto di sé e degli altri - sottolinea Ssd - che non può non essere una priorità per i sistemi di istruzione». Proprio perché «la scuola può dare un enorme contributo - ribadisce la nota - partendo dall'ambiente che offre, dagli stili di insegnamento che devono puntare alla valorizzazione delle differenze e non alla loro penalizzazione, oltre che incitare alla cooperazione e all'inclusione». Pur avendo fatto negli anni notevoli progressi dal punto di vista dei diritti fondamentali riconosciuti alle persone, «a San Marino c’è ancora tanto lavoro da compiere» conclude Sinistra socialista democratica.

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