San Marino, Celli lascia il Consiglio: "Violenza verbale e attacchi feroci"

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SAN MARINO. Simone Celli esce dal Consiglio: ha formalizzato ieri nel tardo pomeriggio le sue dimissioni da parlamentare della Repubblica di San Marino, consegnando lettera ufficiale ai Capitani Reggenti. Nel documento spiega le diverse ragioni che lo hanno portato a tale gesto che segue, a distanza poco più di quattro mesi, l’analogo passo indietro da Segretario di Stato per le Finanze.

«Le ragioni che mi portano ad assumere una scelta così rilevante e sofferta - motiva - in primo luogo sono di carattere personale». Quindi la «volontà e necessità di assicurare alla mia famiglia più presenza e attenzione rappresenta in questa fase delle mia vita una priorità assoluta».

Celli entra poi nelle ragioni più politiche: «Non posso nascondere - prosegue - che sulla mia decisione abbiano pesantemente influito feroci attacchi e la violenza verbale a cui sono stato sottoposto sistematicamente in questi due anni all’interno dell’Aula consiliare, prima da membro del Congresso di Stato, e poi da membro del Consiglio grande e generale».

Celli stigmatizza «l’odio e il livore di certa politica» che nei suoi confronti «hanno spesso travalicato i confini dell’ordinaria dialettica», spiega, traducendosi in «insulti, denigrazioni, intimidazioni e - sottolinea - vere e proprie campagne diffamatorie coperte dall’immunità riconosciuta ai consiglieri».

Il consigliere più votato di Adesso.sm guarda anche alla maggioranza, auspicando che le sue dimissioni possano essere un «elemento di supporto all’esigenza di discontinuità rappresentata all’interno della coalizione». Esigenza che assicura di condividere e non solo: «Spero possa portare la maggioranza a ritrovare il coraggio, l’energia e l’entusiasmo iniziali». Anche perché crede che il progetto politico di Adesso.sm sia ancora «valido e abbia enormi potenzialità da esprimere nell’interesse generale della comunità sammarinese».

Celli si dice infine «assolutamente convinto» che la sua decisione «possa favorire un rafforzamento del livello di coesione politica» tra gli alleati di maggioranza. La coesione tra Ssd, Rf e C10 «oggi più che mai è indispensabile - conclude - per garantire un adeguato supporto all’azione di governo e per impedire che il Paese possa finire preda degli appetiti di qualche potentato esterno non meglio identificato».

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