Esame di maturità, a San Marino sparisce la terza prova
In sintesi, i principali cambiamenti introdotti interessano in parte i criteri di ammissione all’esame, «per cui – spiega la Segreteria – ai candidati interni sarà richiesta una frequenza non inferiore a tre quarti del monte orario dell’ultimo anno, e in misura più consistente le prove di esame e l’attribuzione del credito scolastico». Per quanto riguarda le prove d’esame, la principale innovazione riguarda la soppressione della terza prova, che verteva su più discipline. «Anche a parziale compensazione di ciò, la seconda prova, quella caratterizzante l’indirizzo degli studi, potrà avere per oggetto una o più discipline». Resta invariata la prima prova di italiano.
«Relativamente al colloquio orale, si è cercato di individuare modalità di svolgimento che valorizzino il profilo culturale dei ragazzi, la loro effettiva capacità di utilizzare le conoscenze apprese nel percorso scolastico ed anche extrascolastico, tenendo conto anche delle esperienze significative, per la loro crescita, condotte in altre realtà che con la scuola condividono obiettivi educativi e formativi».
Infine si è intervenuto sui criteri di attribuzione del punteggio relativo alle prove d’esame e al credito scolastico. «Nel complesso è stata ridotta l’incidenza, in termini di punteggio, delle prove d’esame, che varranno complessivamente 60 punti e non più 75, dando maggiore rilievo al credito scolastico maturato nel corso del triennio, il cui punteggio viene così incrementato fino a un massimo di 40 punti, a fronte dei precedenti 25. In tal modo si è ridotta l’incidenza di prove d’esame la cui buona riuscita, a volte, può essere in parte pregiudicata dai fattori emotivi».