Pericolo infiltrazioni a San Marino. "Rischio ingresso in Repubblica"

San Marino

SAN MARINO. «Con un paio di miliardi di euro, forse anche meno, stante la crisi dalla quale la repubblica del Titano non è ancora uscita, un qualsivoglia gruppo straniero potrebbe tranquillamente impossessarsi de facto del sistema paese». E’ l’allarme lanciato dal report sul Titano diffuso dalla Fondazione Caponnetto sulla criminalità organizzata e le mafie. «Questo scenario, che può in un primo momento sembrare irrealistico e che ad oggi non si è corso, va comunque previsto perché dal punto di vista pratico è realizzabile ed è alla portata di diverse tipologie criminali transnazionali», si legge nel report al punto in cui si focalizza sulla situazione attuale della criminalità organizzata a San Marino. «Queste nuove fenomenologie – avverte il report curato di Salvatore Calleri e Inchiostro Scomodo – vanno seguite con la massima attenzione: in Romagna il modus operandi delle organizzazioni criminali le ha riguardate in toto».

Oltre al «rischio dell’entrata in Repubblica da parte di qualche mega cordata straniera mirante de facto ad impossessarsi del Titano» il report analizza un altro scenario, ovvero l’italianizzazione dei fenomeni criminali.

Investimenti diversificati

«Si assiste ad una italianizzazione del fenomeno dal punto di vista della invasività criminale, con una diversificazione degli investimenti. Negli anni, in parole povere, i mafiosi hanno seguito i loro soldi e con la crisi hanno deciso di investirli. Bisogna quindi prestare la massima attenzione alle seguenti fenomenologie per monitorare eventuali infiltrazioni: acquisizione di ristoranti; acquisizione di alberghi; acquisizione di negozi; appalti pubblici; appalti privati; acquisizione di immobili; gestione centri scommesse, slot, compro oro, tabacchi. Occorre inoltre monitorare eventuali presenze di criminalità organizzata e/o mafiosa proveniente dall’est, in primis quella russa e dalla Cina. Le scommesse on-line ed i possibili intrecci criminali – sottolinea il report – sono un altro settore su cui tenere alta l’attenzione».

Ricordate, nel report, tutte le operazioni che hanno interessato San Marino e dove è stata riscontrata la presenza di clan. Dalle inchieste Vulcano 1 e 2, alla Decollo Money, riguardante la ’ndrangheta. Fino al sequestro, nel mese scorso, da parte della Dia di Napoli, di 2 conti correnti sul Titano riconducibili al sodalizio camorristico dei Misso. Luci accese anche sulle operazioni riguardanti i cosiddetti “reati spia” - come fallimenti pilotati, truffe finanziarie e frodi carosello -, che nascondono spesso l’azione della criminalità organizzata. Nel documento si evidenziano comunque i passi avanti compiuti dalla Repubblica, per far fronte a questi fenomeni. Dall’istituzione di una apposita Commissione parlamentare, all’introduzione – nel Codice Penale - di articoli ad hoc, come quello inerente il voto di scambio. Ma soprattutto l’allineamento a quanto richiesto dal Moneyval.

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