Tassa etnica sui frontalieri, a San Marino governo pronto al dietrofront

San Marino

SAN MARINO. Nessuna riproposizione di una tassa etnica per i lavoratori frontalieri nella Repubblica di San Marino. Il governo sammarinese che ne aveva paventato l’introduzione nella prossima Finanziaria sarebbe pronto al dietrofront. A dirlo è l’ambasciatore d’Italia a San Marino Guido Cerboni, nel recente incontro avuto con il Csir, ovvero il Consiglio sindacale interregionale che riunisce rappresentanti delle sigle italiane e sammarinesi delle associazioni dei lavoratori, Cgil-Cisl-Uil di Emilia Romagna e Marche, Csdl e Cdls del Titano. L’Ufficio di Presidenza dell’organismo spiega che nel corso dell’incontro sono state illustrate a Cerboni le diverse problematiche attuali relative al lavoro frontaliero nella Repubblica di San Marino.

Permessi e deduzioni

«Il diplomatico italiano ha mostrato grande attenzione alle questioni che gli abbiamo sottoposto - chiarisce a chiare lettere lo Csir in una nota - a partire dall’ipotesi di cancellazione di una serie di deduzioni fiscali riguardanti i lavoratori frontalieri, fino alla preclusione di alcuni diritti riconosciuti in base alla residenza, come ad esempio i permessi per famigliari portatori di handicap, e ha dato prova di approfondita conoscenza di tutte le problematiche che riguardano il fenomeno del frontalierato». In dettaglio, rispetto alla riproposizione della tassa etnica, «l’ambasciatore - sottolinea il Consiglio sindacale interregionale - ha affermato di avere ricevuto rassicurazioni, circa il suo ritiro, dal governo sammarinese». Inoltre, durante l’incontro, l’ambasciatore ha assunto «in sintonia con quanto contenuto nel documento programmatico del Csir- termina la nota - l’impegno di sollecitare il governo italiano a riprendere i lavori avviati dal tavolo interministeriale per giungere alla realizzazione di una legge sui lavoratori frontalieri relativamente alle aree di intervento già definite: fiscalità, sicurezza sociale e legislazione del lavoro».

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