Dimissione di Celli, il Governo di San Marino: "Nessun cambio di rotta"
Dim accusa
Un attacco alla magistratura «perché non sta zitta di fronte ai reati commessi», a Banca Centrale «perché non si allinea e manda via le persone da lui nominate» e ancor più grave contro la Reggenza. Dalla sede di Rete, i consiglieri della coalizione Dim incontrano la stampa per spiegare gli esiti della commissione Finanze dell’altra sera e stigmatizzare l’intervento del Segretario dimissionario Simone Celli, ma non solo. «Adesso.sm due anni fa, poco prima delle elezioni, si presentava come “quelli che avrebbero tutelato e sostenuto l’autonomia di Banca centrale”», ricorda il capogruppo di Rete, Roberto Ciavatta.
Socialisti critici
Con il suo intervento, in cui ha annunciato le sue dimissioni da Segretario di Stato, «Celli ha dimostrato che non è una persona in grado di rappresentare le istituzioni del nostro Paese». Il Partito socialista si unisce al coro di reazioni dell’opposizione alle modalità con cui il Segretario di Stato per le Finanze ha anticipato le sue dimissioni: «Le parole usate hanno superato il limite della decenza - prosegue - mettendo in imbarazzo tutti, compresa l’Eccellentissima Reggenza presente ai lavori della Commissione Finanze». È inoltre «la prima volta nella storia - sottolinea - che si assiste ad un inaudito attacco al Tribunale e a Banca Centrale di questa portata». Per questi motivi, il Ps giudica «inqualificabile la sua scelta di partecipare - con le dimissioni in mano - al meeting del Fmi». «Non può più rappresentare la Repubblica di San Marino - insiste il partito di Alessandro Mancini - così facendo, copre di ridicolo il nostro Stato».