Manovra Igr, la Csu si mobilita: colpisce solo lavoratori e pensionati

San Marino

SAN MARINO. La Centrale sindacale unitaria avvia lo stato di mobilitazione contro la manovra Igr, ma non solo. L’attivo generale della Csu, riunito ieri a Domagnano, decreta l’avvio di una nuova fase di protesta «per dire no a una manovra - spiega il sindacato - che non realizza l’equità ma colpisce solo i lavoratori e i pensionati», e più in generale «quale atto di responsabilità verso il paese, al quale manca una cabina di regia politica in grado di rilanciare lo sviluppo e delineare un futuro dignitoso».

La richiesta di ritirare la proposta di modifica dell’Igr predisposta dal governo quindi rafforzata: la manovra, così come è stata costruita, per la Csu «si traduce unicamente in un mero aumento della tassazione per i lavoratori dipendenti e i pensionati, senza mettere in campo nessuna vera lotta all’evasione ed elusione fiscale, da realizzarsi attraverso una ampia ed efficace azione di controlli e accertamento dei redditi del lavoro autonomo».

La proposta dell’Esecutivo sull’Igr, presumibilmente tradotta in un Decreto Legge, inoltre «andrebbe a stravolgere il delicatissimo equilibrio delineato con la legge di riforma fiscale del 2013 - sottolinea l’Attivo sindacale - e ciò senza nessun dibattito nel paese e in Parlamento».

Più in generale, lo stato di mobilitazione «vuole essere un atto di responsabilità del sindacato unitario per tenere ancora in piedi il paese che da troppo tempo non dispone di una cabina di regia politica in grado di risolvere in maniera concertata i problemi aperti e di far ripartire lo sviluppo e l’economia».

In questa situazione di «sbando e di profonda preoccupazione», il sindacato stigmatizza come le forze politiche «continuino a scontrarsi duramente le une contro le altre». Al contrario, chiede di considerare la possibilità di dar vita a «forme di governo che includano tutte le forze politiche - continua la Csu - in quanto difficilmente una maggioranza di governo può da sola risolvere problematiche così grandi e complesse».

La Csu entra poi nel dettaglio della proposta di riforma dell’Igr criticando come «inaccettabili» in primo luogo gli aumenti delle aliquote per le persone fisiche, previste a seconda dello scaglione di reddito dall’1 al 5%.

Pollice verso anche alla proposta di «forte riduzione delle passività deducibili» e alla equiparazione delle quota di abbattimento sui redditi da pensione dei soggetti residenti a quella attualmente prevista per i redditi da lavoro dipendente, con cui «si passerebbe dall’attuale 7% di abbattimento sulle pensioni al 20%». Inoltre, la Csu definisce come «particolarmente odiosa» la proposta per la «riproposizione della tassa etnica per i frontalieri» e la «respinge con estrema determinazione» in quanto «misura letteralmente divisiva e indegna per un paese civile». Infine, la Csu assicura che continuerà a partecipare ai tavoli di confronti con il governo, ma se «dovesse decidere di adottare provvedimenti fortemente penalizzanti per i lavoratori e i pensionati lo stato di mobilitazione non potrà che sfociare in azioni ancora più incisive».

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