San Marino, polemiche, petizioni e sciopero Scuola, il decreto scalda l’Aula

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SAN MARINO. Mesi di polemiche, petizioni e insegnanti che incrociano le braccia, il decreto scuola arriva in Aula per la ratifica. «Contrarietà maggiore non poteva averne - ammette il segretario Podeschi a Rtv San Marino -. Capisco la Csu che in vista del Congresso deve scaldare i motori ma vorrei si ragionasse sui contenuti». L’opposizione lo attacca, invece, proprio sul metodo. Matteo Zeppa lo ribattezza «Segretario alla distruzione».

«Non c’è stata nessuna condivisione – lo apostrofa Mariella Mularoni – è un atto di forza, emesso quando i docenti erano in vacanza, dopo averli rassicurati che la scuola non sarebbe stata toccata. Le vere vittime sono gli studenti».

A Iro Belluzzi non piace il riferimento al sindacato - si legge ancora sul sito di Rtv San Marino - «che sta scaldando i motori», «è una mancanza assoluta di rispetto». «Con il decreto ci sono quattro insegnanti in meno. Era questo - chiede Pasquale Valentini – l’obiettivo?».

Tocca poi ai docenti di maggioranza. Fabrizio Perotto smonta i luoghi comuni. A partire dall’accusa di voler impoverire l’istruzione. «La qualità la fanno gli insegnanti». Quindi racconta di aver subito diffamazione da parte di colleghi tramite chat. «I responsabili risponderanno».

Il decreto - spiega Marica Montemaggi su Rtv - non risponde a una logica di spesa ma di riorganizzazione del sistema scolastico. Saremmo miopi se non prendessimo in considerazione il calo demografico.

Per Davide Forcellini occorre capire beneficio economico e costo per la collettività, mentre per Denise Bronzetti «non si è tenuto conto della grande professionalità della categoria». Insomma le distanze non si accorciano. Solo su un punto maggioranza e opposizione concordano: l’altissimo livello dell’istruzione a San Marino. «Non si parli di sfascio - avverte Giuseppe Morganti - la nostra scuola è eccezionale. Non ha mai smesso di innovare e sperimentare. La politica ha sempre investito tantissimo in questo comparto, non solo in risorse ma in qualità, partecipazione e fiducia».

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