Muore la madre, esposto dei familiari: "Negata cannabis per cure"
- 05 settembre 2022

«Niente cannabis a mia madre malata». Presentato nuovo esposto. A ricostruire la vicenda, dopo un nuovo esposto, è la figlia dell’anziana ospite de Il Casale La Fiorina spirata il 13 giugno scorso. Intanto giunge immediata la replica della Segreteria alla Sanità: «Il Tribunale farà le opportune verifiche, già archiviati due esposti».
La vicenda
«Era il 2021, mia madre, allora 85enne e affetta da varie patologie tra cui una severa forma di Parkinson, era ospite della struttura per anziani di Domagnano. Ogni giorno per lei – spiega la figlia - diveniva sempre più difficile nutrirsi per l’irrigidimento del tono muscolare causato dal morbo di Parkinson di cui soffriva da tre anni». E aggiunge: «Sul suo decesso avvenuto il 13 giugno del 2022, quando non più nutrita è entrata un coma diabetico, è stato aperto un fascicolo per omissione di soccorso e che vede indagati sei sanitari de La Fiorina».Altri pazienti sofferenti
Facendo un passo indietro e tornando all’aprile 2021, chiarisce che il geriatra in accordo con il consulente neurologo e i familiari «aveva consigliato l’olio di cannabis per rilassare la muscolatura dell’anziana e renderne più facile la deglutizione». E aggiunge: «Niente di nuovo peraltro. Ben 25 pazienti sofferenti per vari problemi erano già sottoposti alla stessa cura dall’Ospedale di San Marino presso il loro domicilio e – afferma - questo prodotto che si somministra in gocce dava apprezzabili risultati, lenendo anche il dolore. Tra i malati c’era mia zia con Parkinson».Precisa che si trattava «di campioncini e alla fine è emerso che ne sono stati distribuiti 69. Quando il neurologo che lo assegnava agli altri malati lo ha prescritto anche alla mia mamma, il tentativo terapeutico si è arenato e la cura è stata negata, ufficialmente perché lei viveva in una struttura statale e non in un’abitazione». Secondo la donna il motivo sarebbe invece stato che «per la legge di San Marino quei campioncini sono stupefacenti, non farmaci, né parafarmaci e neppure fitofarmaci riconosciuti». Tradotto. Sono inseriti nel prontuario medico sotto la voce “stupefacenti”, tant’è che alla fine è stato imposto lo smaltimento dei flaconi rimasti.