San Marino è tra i 76 Paesi che non hanno ascoltato il premier israeliano Netanyahu all’Onu. Non si sarebbe trattato però di una mossa politica in segno di protesta per il genocidio in corso a Gaza.
L’equivoco ha preso forma ieri quando la stampa internazionale ha piazzato il Titano tra i quattro Stati europei outsider insieme a Spagna, Irlanda e Slovenia. In realtà le cose sono andate diversamente. Nessuna porta sbattuta, nessun sammarinese che abbandona - sotto gli occhi della comunità internazionale - l’80ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso a New York. Da quanto filtrato, per motivi di sicurezza non era stato comunicato l’orario dell’intervento di Netanyahu e il caso ha voluto che quando è salito sul palco la delegazione sammarinese non fosse presente, causa altri impegni. Sgonfiata la bolla che ha tenuto banco per ore, la segreteria di Stato agli Esteri ha diramato l’intervento del segretario Luca Beccari: dal ruolo del multilateralismo al cambiamento climatico senza tralasciare temi di stringente attualità come intelligenza artificiale, sviluppo sostenibile e obiettivi dell’Agenda 2030. San Marino riafferma il suo impegno per i principi sanciti dalla Carta pur rilevando la necessità «di rivitalizzare l’Onu e ricostruire la fiducia tra i suoi membri e tutti gli stakeholder, per affrontare con credibilità le sfide globali». Rispetto al conflitto russo-ucraino, l’antica terra della libertà torna «a condannare l’aggressione russa sostenendo indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina».
Passando alla questione israelo-palestinese, è altrettanto netta la condanna agli attacchi terroristici del 7 ottobre ma «non si può rimanere in silenzio davanti all’impunità che sta tristemente divenendo normalità». Di qui l’appello «per un cessate il fuoco immediato e permanente, un accesso umanitario completo, sicuro e senza ostacoli alla popolazione civile colpita, nonché per il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi». Annunciato, nell’occasione, il formale riconoscimento da parte di San Marino dello Stato di Palestina, continuando a supportare la sua ammissione «come membro, a pieno titolo, delle Nazioni Unite».