Criptovalute e Blockchain: San Marino fissa le regole per attirare nuove imprese

Cripto-attività, San Marino tra i primi Paesi al mondo a regolamentare la materia. È diventato operativo il decreto delegato. Il cambio di rotta consentirà di attrarre nuove imprese, basate sulla tecnologia cosiddetta Blockhain, ma anche per fornire agli istituti bancari del territorio più opportunità. Banca centrale e l’Istituto per l’Innovazione della Repubblica di San Marino hanno reso noto di aver emanato, nella giornata di mercoledì scorso, i provvedimenti attuativi del decreto di rispettiva competenza, in linea con il regolamento europeo Micar del 2023. La svolta mira a introdurre nell’ordinamento sammarinese un quadro normativo di vigilanza con riguardo a quei token, definiti cripto-attività (vale a dire moneta elettronica e criptovalute) dal decreto delegato e in quanto tali rientranti nelle competenze della Banca Centrale, dato che per altri token (di tipo B) la competenza è invece dell’Istituto per l’Innovazione a cui spetterà il compito di varare proposte per lo sviluppo di ecosistemi digitali. L’obiettivo comune? Che il Titano diventi protagonista del mercato digitale arginando gli effetti distorsivi di un fronte in continua espansione.
I dettagli
Il decreto prevede, per prima cosa, l’obbligo d’iscrizione da parte di tutti gli operatori all’interno di un apposito registro. Una scelta, questa, che mira a potenziare gli scambi tra imprese, ma anche a garantire condizioni di accesso a fronte di vantaggi fiscali.
Il legislatore sammarinese prevede inoltre la definizione di token poi suddivisi in cripto-attività, token di moneta elettronica, utility token e Nft (certificato di proprietà digitale); mentre l’Unione europea ha avviato il lavoro in questo ambito normando per prime le cripto-attività poi scandite in categorie di interesse. Al contrario la volontà sammarinese è quella di dare spazio alle società specializzate che applicano la tecnologia cosiddetta Blockchain a diversi segmenti di mercato. L’approccio del Titano colma quindi un vuoto regolamentando i proventi derivanti dalle cripto-attività. Nello specifico la cessione a titolo oneroso o il realizzo di cripto-attività sono tassate, in caso di persone fisiche, con imposta sostitutiva con aliquota dell’8% prevedendo un’esenzione dei redditi per plusvalenza fino al limite di 2mila euro all’anno. Quanto alle persone giuridiche, il settore è fatto rientrare nell’ambito degli strumenti finanziari.
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