San Marino. Terapia intensiva, allarme dei sindacati

Terapia intensiva, i sindacati chiedono «sostegno per il personale e adeguamento tecnologico e strutturale, nonché formazione ad hoc per gli infermieri, prima di una possibile recrudescenza dei contagi». Ecco in sintesi la richiesta avanzata dalle Federazioni pubblico impiego di CSdL,Cdls e Usl. Che esprimono preoccupazione per i «ritardi e i continui rinvii di fronte alla questione». Così salgono sulle barricate per «interventi immediati a sostegno del personale infermieristico e medico».

«Siamo ancora in attesa - sottolineano i sindacati - che siano attuati i lavori di adeguamento della Terapia intensiva e semintensiva. Dopo le continue e ripetute segnalazioni, e gli incontri con i vertici Iss, rispetto alla necessità di interventi di adeguamento tecnologico e strutturale e nonostante le cospicue donazioni ricevute da vari enti, al momento quasi nulla si muove». E questo, ribadiscono, «anche di fronte alle ultime delibere del Comitato esecutivo in cui si prevedono gruppi di lavoro specifici per l’Area critica».

Perciò avvertono: «La tempistica è fondamentale e non vorremmo che fossimo già in ritardo rispetto ad una, purtroppo, possibile nuova recrudescenza dei contagi e dei ricoveri».

Infine mettono i riflettori «sull’incertezza organizzativa e la carenza di personale nei vari servizi Iss, che nonostante gli spostamenti e i cambiamenti organizzativi attuati, non ha permesso di affiancare e formare nuovo personale infermieristico nella misura necessaria per la specifica aerea della Terapia Intensiva, così da essere pronti per affrontare una nuova possibile emergenza».

E insistono: «Ciò rende complesso fare della doverosa programmazione e rischia di compromettere una ‘sana’ erogazione dei servizi. Dopo la prima ondata della pandemia tutto è stato gestito in via straordinaria, è mancata la capacità di mettersi al riparo, adeguando le strutture e potenziando gli organici in modo da prepararsi strutturalmente, approfittando del periodo di calo dei contagi». Perciò concludono: «Non è più accettabile subire continui rinvii, rimandando ad autorizzazioni o iter burocratici che non tengono poi conto della situazione di emergenza che il personale sta da tempo vivendo».

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