San Marino. Peste suina africana: divieti su import ed export

Allarme peste suina africana, che la lotta abbia inizio. Al via divieti di movimentazione e di importazione, obbligo di segnalazione nel caso di ritrovamento di una carcassa, nonché aggiornamento dei criteri di biosicurezza per l’allevamento. È questa la risposta del Titano alla celere avanzata della peste suina africana in territorio italiano, dove solo nell’ultimo mese sono stati registrati oltre 117 nuovi casi distribuiti tra Piemonte, Liguria e Lazio. «Per alleviare lo stato di sofferenza di aziende agricole e istituti privati» è stata diramata ieri dal Segretario per la Sanità Roberto Ciavatta l’ordinanza predisposta con i tecnici della Segreteria di Stato per il Territorio e l’Ambiente. In particolare si applicheranno le seguenti misure: il piano di gestione della popolazione di cinghiali dovrà essere aggiornato, da parte dell’Osservatorio della fauna, selvatica, a partire dal 31 maggio. Nell’attesa si mettono nero su bianco i divieti per scongiurare la diffusione della peste suina africana. Divieto dunque di far uscire dal Titano i cinghiali catturati, ma anche di trasportarli, se non per la macellazione da svolgere in via esclusiva, presso il mattatoio pubblico del Titano. Stop anche all’introduzione di capi a scopo di ingrasso senza aver ottenuto il nulla osta preventivo da parte del Servizio Veterinario. Secco “no” anche per l’importazione di prodotti a base di carne suina o di cinghiale dalle aree colpite dalla peste suina, che sono elencate nel documento stilato dal Servizio veterinario. Si raccomanda il medesimo rigore nello smaltire i rifiuti alimentari, in modo che siano accessibili agli esemplari che possono diffondere la peste suina, ma anche nell’informare con tempestività il Servizio veterinario in caso di ritrovamento di una carcassa di cinghiale.

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