San Marino, Lonfefnini, assolto: "Chiuso un periodo difficile"

San Marino

«Il processo “Conto Mazzini”? Era la foglia di fico dietro cui si è nascosta la politica». Non usa giri di parole Giovanni Lonfernini, commentando la sua assoluzione de iure e de facto.

«L’assoluzione, senza se e senza ma, chiude un periodo molto complesso della mia vita apertosi il 3 novembre 2014 con le mie dimissioni dal Consiglio Grande e Generale». Inizia così il suo discorso Giovanni Lonfernini durante la conferenza stampa tenuta ieri all’hotel Rossi, a pochi giorni dalla fine di un incubo. Soprattutto tiene a precisare di aver sempre creduto «nell’autorità giudiziaria». Niente da replicare invece sulle svariate letture della sentenza emerse, limitandosi a segnalare di non aver mai contestato il «provvedimento di confisca dei beni».

Le accuse

L’ex esponente di Pdcs, Ddc e Upr era stato accusato di riciclaggio e associazione a delinquere. Al contrario la tesi della difesa era che i 215mila euro fatti avere a Lonfernini da Giuseppe Roberti con un libretto al portatore erano volti solo al finanziamento dell'attività politica dell'imputato. Che dunque non era a conoscenza della provenienza illecita della cifra. La procura del fisco all’epoca aveva chiesto per lui 4 anni e 9 mesi di prigionia, oltre alla confisca di 216mila euro.

Il commento a freddo

«In questi anni mi è parso che il “Conto Mazzini” - prosegue l’ex esponente di governo - fosse diventato la più classica delle foglie di fico dietro cui la nostra politica si è nascosta con l’obiettivo di oscurare mancanze, ritardi e difficoltà». Grato alla famiglia che ha sempre creduto in lui, auspica solo una «nuova stagione» dove torni a regime la dialettica tra politica e giustizia.

Intanto l’avvocato difensore Stefano Pagliai precisa che l’assoluzione dalla contestazione sia di associazione a delinquere, sia per quanto riguarda il riciclaggio sarebbe intervenuta comunque, «a prescindere sia dallo scattare dei termini di prescrizione, sia dagli effetti della sentenza del Collegio garante». Bocche cucite invece su «commenti e semplificazioni» altrui che alludono a «un colpo di spugna generalizzato».

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