San Marino, la Juvenes compie 70 anni: "Sport scuola di vita"

San Marino

«Lo sport come scuola di vita». La Juvenes compie settant’anni ma non li dimostra. È una realtà destinata a restare sempreverde, la società sportiva Juvenes di Serravalle, se è vero come dicevano gli antichi che nel nome aleggia un presagio di futuro. Il termine latino scelto da Carlo Franciosi significa infatti “giovani” e campeggiava sin dal primo logo dipinto a mano su un lenzuolo.

La storia

A fondare la società nel 1953 è stato Giuseppe Innocentini, per tutti don Peppino. Ora 93enne, era solo un giovane cappellano quando arrivò nella parrocchia Sant’Andrea di Serravalle, per dare una mano al parroco don Tullio Gabellini. In quel lembo della terra della libertà divenne parroco a sua volta nel 1963, sino al meritato riposo del 2016. Sotto l’egida della Juvenes militavano in origine diverse attività sportive: dal calcio al ciclismo, passando per il tennistavolo. Negli anni si aggiunsero alla lista aeromodellismo, pesca e tiro a volo. Senza dimenticare basket, pallavolo e atletica, nonché corse campestri e biliardo. Al momento include invece: calcio con Juvenes Dogana, a seguito della fusione nel 2000, ciclismo con la Scuola per giovanissimi al Pistino ciclistico Mtb al Parco Laiala di Serravalle intitolato a Michael Antonelli, oltre a tennistavolo (campionati a squadre, tornei Regionali e nazionali). Ora, nell’attesa di festeggiare la ricorrenza, la Juvenes tributa un particolare omaggio, come spiega l’attuale presidente Gian Battista Silvagni, a don Peppino che tra l’altro «ha lasciato in eredità il motto storico: “Per la formazione morale e sportiva della gioventù”».

In prima linea per la gioventù

Contattato, don Giuseppe ricorda che aveva già lavorato «in mezzo ai ragazzi a Montetauro di Coriano (dov’è nato, ndr), mettendo su con il parroco la squadra di calcio e bocce». Sbarcato sul Titano, ha continuato la sua opera, dedicando con entusiasmo «gli anni migliori». E, come in ogni storia che si rispetti, i colpi di scena non sono mancati, dagli incontri con due pontefici, Paolo II nell’agosto del 1982 e Benedetto XVI nel 2011, sino all’onorificenza di Cavaliere della Repubblica italiana ricevuta nel 2013. Tanti i titoli e i premi conquistati, anche nello sport agonistico e professionistico, ricorda. Oggi tra i campioni di calcio spicca il nome di Massimo Bonini della Juventus mentre per il ciclismo quello di Glauco Santoni, passato al professionismo nel Team Bianchi con Felice Giomondi. «Lo sport è fondamentale se è svolto nel modo giusto - spiega il sacerdote -. Allora e solo allora è un modo per educare i giovani a valori senza tempo come l’amicizia e la serenità. L’impegno sportivo aiuta infatti a crescere in modo sano, perché il mondo offre ben poco ai ragazzi, anzi nulla di serio, a partire dai telefonini». E sapere che la Juvenes continua la sua marcia, illuminando «la strada degli adolescenti», riempie di gioia il presidente onorario.

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