San Marino, la Csdl: "No ai contratti di prova di due anni"

No al lavoro interinale senza regole, tutelare l’ufficio di collocamento, niente “periodo di prova” da 24 mesi e interventi per inserire i disoccupati diversamente abili. Sono le richieste del Consiglio direttivo del sindacato Csdl in merito alla prossima Riforma del lavoro, oggetto di confronto il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini. I «forti elementi di preoccupazione» sono nati in particolare per il fatto che si ipotizza di togliere «alcuni paletti al fine di favorire l’utilizzo del lavoro interinale, seppure circoscritto ad alcune specifiche casistiche, eliminando al contempo il reato di intermediazione di manodopera». Dal sindacato infatti spiegano che «il progetto di legge prevede la possibilità per le aziende che cercano personale di rivolgersi direttamente alle agenzie di lavoro interinale, bypassando l’Ufficio pubblico preposto nella selezione del personale, così come verrebbero abilitati a svolgere questa attività avvocati, commercialisti, oltre che gli stessi sindacati; funzione a cui noi non siamo affatto interessati». Ecco quindi che da Csdl «ha espresso al tavolo di confronto la sua ferma contrarietà, ribadendo la necessità di salvaguardare il ruolo esclusivo dell’Ufficio del lavoro nella collocazione dei lavoratori e nel favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. Se si tratta di migliorare ulteriormente le modalità con le quali tale funzione viene esplicata, siamo pronti a discuterne in qualunque momento».

La tutela dei diversamente abili

Altro elemento «inaccettabile», aggiungono dal sindacato, «sarebbe l’aumento a 24 mesi del periodo di assunzione a tempo determinato, cancellando altresì qualunque limite al numero di rinnovi di tali contratti: ciò equivarrebbe ad un periodo di prova di 24 mesi, durante i quali il datore di lavoro potrebbe interrompere il rapporto di lavoro in ogni momento». Secondo Csdl, sarebbe «il massimo della precarietà, ingiustificata ed ingiustificabile, e per questo irricevibile, anche se controbilanciata da uno stipendio leggermente più elevato».

Il sindacato poi segnala qualla che ritiene una pesante lacuna, ovvero, «il progetto di legge tratta argomenti di cui non se ne sente la necessità, mentre demanda ad un futuro, non si sa quanto prossimo, il tema della riforma dell’inserimento al lavoro delle persone con disabilità ed invalidità, che rappresentano una discreta parte dei pochi, per fortuna, disoccupati». Ecco perché da Csdl agiungono: «Riteniamo irrazionale, a maggior ragione con il tasso di disoccupazione ai minimi storici, 2,7%, che peraltro ha già prodotto la liberalizzazione delle assunzioni, che la priorità sia l’introduzione di nuove forme di precarietà, in buona parte sconfitta grazie agli scioperi del 2005, e non quella di aprire il confronto sugli ulteriori strumenti da mettere in campo per favorire l’occupazione delle categorie più deboli.

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