San Marino, l'amarezza dei ragazzi dopo il furto a scuola: "Rubati i soldi per la beneficenza"

San Marino

Furto nella scuola di Fonte dell’Ovo: razziati i soldi per la beneficenza e il progetto pluriennale “Il bosco che verrà”. L’episodio si è verificato nella notte fra lunedì e martedì, quando dei malintenzionati hanno fatto irruzione nella media del castello di San Marino Città, scardinando una porta. Messo a soqquadro l’ufficio del dirigente in cerca del bottino, è stata trafugata una cifra importante destinata ad un’iniziativa che contribuiva al raggiungimento degli obiettivi nell’Agenda 2030 dell’Onu. Ovvero. Ben 700 alberi da piantumare in un’area di 4mila metri quadri nella zona del Tiro a volo, a La Ciarulla. Un sogno che, alimentato dagli alunni con i coetanei della media di Serravalle, sembra ora arenarsi alla sistemazione delle prime cento piante, avvenuta l’11 marzo scorso.


«Colpiti tutti i ragazzi»

«Provo grande amarezza per un episodio del genere avvenuto in una scuola e che colpisce un’iniziativa frutto di un autofinanziamento gestito dai ragazzi», sottolinea il segretario all’Istruzione Andrea Belluzzi. Ragazzi che avevano colto in pieno «l’aspetto pedagogico e di sensibilizzazione sotteso, - nota - facendo squadra con il territorio, tra sponsor e sindacato». E ripercorrendo la giornata dell’11 marzo, ricorda «lo spirito che accordava all’unisono allievi e insegnanti».
Ora deplora il vile colpo inferto. «Non si trattava solo di piantumare, ma di far crescere un intero bosco in un percorso pluriennale di cura e attenzioni», chiarisce. «Alla luce di indizi già emersi», ribadisce infine «la stima e la fiducia che ripone nella Gendarmeria come in tutte le forze dell’ordine», pur auspicando che «i responsabili restituiscano quanto sottratto. La Giustizia farà il suo corso, - conclude - ma ci si può sempre ravvedere».


La scuola

«Aspettiamo gli sviluppi delle indagini», gli fa eco il vice dirigente della scuola, Marco Magalotti, evidenziando che un sistema di videosorveglianza «non è mai andato in porto per questioni legate alla privacy». Il peggio sarà comunicare la notizia agli studenti, ribadisce, mentre tra i docenti aleggiano già «costernazione e sconforto».

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