San Marino-Gran Bretagna: accordo sulle tasse con Boris Johnson
Il Titano siglerà uno storico accordo fiscale con la Gran Bretagna. Dietro la visita ufficiale che la Reggenza sta svolgendo Oltremanica, è in gioco un’intesa epocale sulla doppia imposizione. Dopo la firma ufficiale prevista per aprile, chi paga le tasse nel Regno Unito non dovrà pagarle a San Marino e viceversa.
Le basi dell’accordo
Un accordo che, frutto di lunghe trattative e abile diplomazia, garantirà al microstato una riconfermata credibilità geo-politica, azzerando l’immagine-zavorra di paradiso fiscale in seno all’Italia. Alla cabina di regia dell’impresa si staglia il console di San Marino nel Regno Unito, l’imprenditore toscano Maurizio Bragagni. I rumor individuerebbero proprio lui, apprezzato esponente dei tories, come l’artefice del trattato in chiusura che lancerà San Marino in nuove avventure finanziarie, forte di una rinnovata affidabilità. Attesi infatti a cascata nuovi riconoscimenti bilaterali in materia fiscale, appena varcata la soglia del 10 di Downing Street che piazzerà sotto i riflettori internazionali il Titano.La visita a Londra
«Una pietra miliare nella storia delle relazioni tra i due Paesi, che risalgono al 1899», definiscono così dal Palazzo pubblico la visita londinese. Del resto l’Antica terra della libertà non gravita ancora totalmente nell’orbita europea mentre nel regno dell’inossidabile Elisabetta ha avuto la meglio la Brexit.Intanto i Capitani Reggenti, Francesco Mussoni e Giacomo Simoncini, sono impegnati in una serie di incontri istituzionali. La bandiera della Repubblica sventolava ieri sul pennone di Westminster insieme al vessillo del Regno Unito e dell’Ucraina nel giorno in cui il Parlamento britannico affrontava il dibattito sull’invasione russa in Ucraina.