San Marino è un focolaio Covid: 435 contagi a Capodanno

San Marino

Covid, diffusione record. Altri due decessi ad un passo dagli 8.500 casi da inizio pandemia. Il 2022 sul Titano comincia all’insegna dell’impennata di quella curva che, spinta verso l’alto da varianti meno virulente ma più contagiose, ancora non accenna a spegnersi. A ritoccare tragicamente i dati nelle ultime ore anche la morte di due cittadini. Ovvero un uomo di 96 anni e una donna di 90 che portano a 102 le vittime tributate al virus, in una guerra che resta senza confine. In linea gli altri numeri da capogiro rilevati dal cruscotto dell’Iss, con 8.487 positività registrate dall’inizio della pandemia (435 nei giorni a cavallo di Capodanno), mentre ancora si fatica a razionalizzare quanto accaduto, ma anche 1.122 casi attivi, oltre 200 solo nelle ultime 24 ore. Il che ha reso impossibile ieri al Servizio Covid territoriale contattare tutti i pazienti, pur riuscendovi entro oggi.

Intanto i letti occupati all’Ospedale di Stato risultano 24, di cui solo 5 in Terapia intensiva, poiché la variante Omicron svilupperebbe effetti clinicamente meno aggressivi ma in soggetti vaccinati e senza fragilità pregresse. A tre cifre invece le quarantene, giunte a quota 320. Cifre non dissimili purtroppo da quelle dello stesso periodo del 2020. Ora per godere dei risultati dell’ultimo giro di vite, come d’una boccata d’ossigeno, serviranno almeno 3 settimane, come anticipato dal dottor Sergio Rabini direttore generale Iss facente funzioni. Tant’è che l’intero Istituto caldeggiava da tempo l’inasprimento delle misure, proprio per evitare che fossero varate in corrispondenza delle feste, quand’era prevedibile il riverbero di una fiammata, sia per il rischio maggiore di assembramenti, complice la chiusura delle scuole che anticipata a San Marino sarebbe giunta nelle regioni limitrofe, sia per il conseguente strike dei focolai familiari. Dopo una prima recrudescenza tra i bimbi dai 5 agli 11 anni, ora è la volta dei genitori, come testimonia il decrescere dell’età media sui 39 anni, ma che ha lambito spesso i 36.

Nell’attesa del picco previsto dagli esperti entro due settimane, il timore maggiore è che si debba presto fare i conti con carenza di personale nei settori strategici, da quello sanitario ai trasporti, secondo scenari noti in tutta Europa. Intanto è corsa alla dose booster con 10.803 adesioni, pari al 38,27% della popolazione residente vaccinabile. Percentuale che schizza all’84,41%, se valutiamo il completamento della vaccinazione primaria. Addirittura 4.008 infine i tamponi eseguiti solo nell’ultima settimana.

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