San Marino, commercio: lo sciopero è riuscito

San Marino

Forte adesione allo sciopero del commercio, in prima linea anche Titancoop, da 46 anni sempre aperta.

È stata ampia la partecipazione allo sciopero indetto per la giornata di ieri da parte dei lavoratori del commercio per rivendicare il rinnovo del contratto, scaduto dal 2018.

Molti dipendenti del settore hanno preso parte alla protesta, andata avanti tutta la giornata; riuniti in zona Ciarulla, durante la mattinata di ieri hanno dato vita ad un lungo corteo di auto che ha transitato davanti ai principali esercizi commerciali e alle sedi dell’Organizzazione sammarinese degli imprenditori e dell’Unione sammarinese commercio.

I sindacati

Ad esprimere piena soddisfazione sono le Federazioni servizi-Confederazione sammarinese del Lavoro, Confederazione democratica lavoratori sammarinesi e Unione sammarinese lavoratori. Che vanno dritti al punto: «È stato mandato un chiaro messaggio a Osla e Usc: occorre far ripartire al più presto il tavolo della contrattazione». E al netto del successo, si tolgono qualche macigno dalle scarpe, puntando i riflettori su «una importante azienda, che ha esercitato fortissime intimidazioni verso i dipendenti, limitandone la partecipazione». Notano infine i sindacati: «In questo momento storico complicato, caratterizzato da aumenti generalizzati dei prezzi, e su cui pesano i paventati super rincari delle utenze, è indispensabile che tutti i contratti di lavoro, anche quelli dei 3mila dipendenti del comparto, abbiano una remunerazione adeguata e dignitosa».

Gesto clamoroso

Prima di partecipare allo sciopero i dipendenti della nota catena di distribuzione, Titancoop, hanno motivato la loro adesione. «Ci conoscete da 46 anni, non abbiamo mai mancato un appuntamento – si legge in una nota – con turni dalle 6 del mattino alle 20 di sera, tutti i giorni. Restiamo aperti in quanto “fornitori di servizio di pubblica utilità”, anche in caso di avversità, dal nevone del 2012 alla pandemia, - prosegue la nota -. Oggi però abbiamo deciso di dire basta all’ennesima farsa attuata da chi deve assumersi la responsabilità del nuovo contratto. Non esistono margini per altri ragionamenti. Domani (oggi, ndr) saremo di nuovo al lavoro, consapevoli che la mobilitazione non finirà, coscienti della storia della nostra cooperativa e dello statuto che la sorregge».


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