«Carenza di medici e bandi deserti: serve un cambio di passo». Una delle emergenze del Titano viene identificata nella penuria di camici bianchi a fronte di una popolazione sempre più anziana. A lanciare l’allarme, dopo l’archiviazione di recenti bandi caduti nel vuoto, è la Federazione pubblico impiego Usl (Unione sammarinese lavoratori) con il segretario Simona Mazza. Si tratta di un problema annoso che, secondo il sindacato, affonda le radici anche «nella mancata lungimiranza di provvedimenti» che sebbene a lungo contestati ora presentano il conto dei danni, colpendo anche le pensioni. A snobbare i bandi emanati da San Marino sarebbero soprattutto i medici italiani «considerato il futuro pensionistico che li attende se in Italia non hanno versato in Inps».
In prima linea
Da qui l’invito di Usl a correre ai ripari scongiurando un ulteriore rischio: «L’esodo di medici sammarinesi all’estero». Anche allargando il campo di indagine al comparto sanitario per la Federazione il quadro non cambia di una virgola. Tutto il personale resta in prima linea, sottolineano dal sindacato, anche se determinate emergenze «sono fortunatamente alle spalle». L’emorragia di professionalità mediche sembra ancora più preoccupante alla sigla sindacale vista una popolazione rappresentata in prevalenza da anziani affetti da innumerevoli patologie. Non si fa attendere la frecciata: «A meno che non si pensi di lasciare i cittadini a sé stessi, costretti a rivolgersi a medici privati, occorre riflettere seriamente sulle possibili soluzioni».
Le proposte
Elencate le criticità, la sigla sindacale passa in rassegna le proposte per cambiare strada, in primis porre più attenzione «al tema del riconoscimento degli anni di lavoro svolti a San Marino, nonché al cumulo dei contributi ai fini pensionistici, senza contare che anche il riscatto degli anni di Università va rivisto con condizioni migliorative rispetto a quelle attuali». In sintesi, per il sindacato è indispensabile «avviare riforme legislative e agire sul fronte degli accordi e convenzioni con gli enti italiani, in accordo con i sindacati». Non basta aver appena creato una commissione per riflettere su queste tematiche, insistono ancora da Usl, sarebbe più auspicabile il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali «per tutelare i diritti di tutti». La Federazione confida che la politica dia la giusta attenzione all’argomento «e ci coinvolga al più presto». Ulteriori tagli alla Sanità incontrano l’indignazione del segretario della Federazione pubblico impiego Simona Mazza. «Se – ipotizza – si continua a ragionare nell’ottica di tagli, tetti, risparmi generalizzati e non mirati, purtroppo si condannano le persone a una Sanità che, pur potendo contare su un personale qualificato e disposto a profondere ogni energia per offrire la massima assistenza, sarà però menomata». Il sindacato però affila le armi: «Non ci arrenderemo ad una deriva del nostro sistema sanitario, – promette Mazza – senza aver combattuto perché torni ad essere il fiore all’occhiello che è sempre stato».