San Marino, Alpitour guarda all'area ex tiro a volo per un hotel

San Marino

Riqualificazione dell’ex Tiro a volo, tra i Gruppi interessati spunta quello di Alpitour guidato dal manager Gabriele Burgio. Spacca l’aula durante la commissione svolta ieri a Palazzo pubblico l’avviso internazionale per la valorizzazione, mediante concessione d’uso, dell’ex Tiro a volo di Murata. Ricuce lo strappo solo il polo museale dietro l’angolo.

«Tutto già deciso»

A sollevare dubbi è la peculiarità dell’area patrimonio Unesco che sorge sul ciglio est del monte Titano, ma il Segretario al Territorio Stefano Canti getta acqua sul fuoco. «Oggi abbiamo un Piano regolatore vigente che dà la possibilità di realizzare in quell’area una struttura alberghiera». Un Prg, stigmatizza, «approvato anche dall’attuale opposizione». Quanto all’obiettivo, resta intercettare investimenti che facciano da volano all’ambito turistico e commerciale che versa in difficoltà, fermo restando che, segnala ancora Canti, l’area verrà tutelata nel rispetto delle richieste previste dal Piano. Riguardo alle tempistiche, chiarisce che sono state individuate «in maniera stretta solo per arrivare presto all’individuazione degli investitori».

Parole che non convincono però l’opposizione. «Fate sempre di testa vostra e male», non la manda a dire il segretario di Libera Matteo Ciacci che invoca maggior trasparenza. Come per l’imprenditore Cipriani che puntando al Nido del Falco, ironizza, «poi sparito nella nebbia, anche in questo caso avete già il nome del soggetto interessato: Gabriele Burgio, manager di Alpitour. Manager di altissimo livello – riconosce Ciacci – che merita di essere coinvolto per la pianificazione di strutture ricettive di alto profilo senza creare però tensioni e scontri fra la popolazione, svendendo i nostri gioielli di famiglia». A protestare per le tempistiche «a ridosso delle feste natalizie» si unisce Grazia Zafferani del Gruppo Misto nonché Andrea Zafferani di Repubblica futura che tuona: «Vien da pensare che qualcuno abbia già un progetto pronto».

Un museo a 360 gradi

A rasserenare il dibattito è il progetto annunciato martedì dal Segretario alla Cultura Andrea Belluzzi che ha alzato il velo sul Polo museale, oltre che sulla riqualificazione di gioielli architettonici come Palazzo Valloni e la Seconda Torre. Mietono consensi anche i player coinvolti: dal direttore del Teatro La Fenice Andrea Erri a Monica Alderotti, referente del Museo degli Uffizi di Firenze. La realizzazione prevede infatti servizi di ricerca, di didattica e di commercio perché, ha ribadito Belluzzi, «oggi un museo è un luogo che intrattiene». A mettere i puntini sulle “i” provvede Paolo Rondelli di Rete: «Palazzo Valloni ha necessità di interventi strutturali al di là del Polo museale, per una condizione che si protrae da 5-6 anni e ha visto rinviare interventi di consolidamento murario e di rifacimento degli impianti».

Più autonomia al Comitato di bioetica, mentre Libera bacchetta la Centrale operativa territoriale, suscitando la risposta di Ciavatta: «Bisogna tornare alla normalità pre-Covid, tagliando le telefonate alla Cot (la Centrale operativa territoriale)». Focus sulla Sanità nelle comunicazioni della Commissione consiliare riunita ieri a Palazzo pubblico. In particolare è stato approvato con 12 voti a favore e un’astensione il progetto di legge che snellisce alcune procedure e potenzia l’autonomia del Comitato di bioetica a 12 anni dalla fondazione. Stessa attenzione accordata all’accreditamento sanitario che consente tra l’altro a strutture e professionisti di erogare prestazioni per conto del sistema italiano. Al riguardo il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta segnala l’inserimento di un dipendente per seguire la questione su cui farà il punto l’audizione di marzo. Quanto agli strali di Libera sulla medicina di base, la Segreteria annuncia una strategia per ridurre il numero di telefonate al Cot a quota 600mila nel 2021. Per riuscirci, valuta di reintrodurre la possibilità del paziente di recarsi dal medico anche con temperatura superiore a 37,5 gradi. E poi stop al tampone di guarigione e a quello per entrare nei centri sanitari. Modifiche in vista anche per la certificazione di malattia che sarà stilata anche da specialisti. «Dobbiamo tornare alla normalità pre Covid - sintetizza Ciavatta – ricollocando gli 8 operatori Cot nei centri sanitari per avviare la telemedicina».

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