Un pronto intervento con defibrillatore salva un turista in spiaggia a Cattolica

Rimini

Sono gli angeli custodi delle vacanze sulla Riviera. I marinai di salvataggio continuano a vegliare sugli ospiti delle nostre spiagge, intervenendo quando necessario e salvando vite.

L’importanza del defibrillatore

Nel pomeriggio di lunedì ai bagni 117, nella zona del Malindi a Cattolica, nel corso di un intervento è stato usato il defibrillatore, in dotazione ai marinai di salvataggio. «Sento tre fischi del mio collega Gianluca che vedo scendere dalla torretta con il defibrillatore in mano, per recarsi a 50 metri alla sua sinistra, sotto gli ombrelloni – racconta il marinaio di salvataggio Paolo Serafini –. Mi precipito nella sua zona e constato che c’era un signore a terra, di traverso su un asciugamano, che stava rantolando ed era assistito dai famigliari». Steso a terra c’era un turista 63enne proveniente dalla provincia di Brescia. «Dopo essermi fatto largo – continua Serafini - faccio un primo esame e nel frattempo spingo via delle persone che pensavano di fargli subito il massaggio così, al volo. Poi dico al mio collega di applicare subito le placche e inizio con il massaggio cardiaco. Dopo due minuti arriva il momento della scarica, consigliata dal defibrillatore. Via tutti, mando la scarica e proseguo con il massaggio, tra l’altro richiesto anche dal defibrillatore. Dopo un po’, la persona apre improvvisamente gli occhi, proprio come accade nei film. Continuo il massaggio poi, vedendo che le funzioni vitali diventano sempre più persistenti, sospendo l’Rcp (rianimazione cardiopolmonare). Dopo 10 minuti è arrivata l’ambulanza e ho lasciato il signore nelle loro mani».

Un minore salvato a Rimini

Ieri, invece, i marinai di salvataggio sono stati protagonisti di un intervento che ha coinvolto un minore, in corrispondenza dei bagni 72 di Rimini. «Un bambino di 8 anni era stato preso da una corrente di risacca – spiega il marinaio di salvataggio Stefano Simoni – faceva fatica a tornare a riva ed era in seria difficoltà. Il bambino è stato tratto in salvo da due marinai di salvataggio». Un intervento provvidenziale, che ha potuto evitare una possibile tragedia, tanto più che il minore si trovava in acqua senza la presenza di un adulto. «Il bambino era solo – conferma Simoni – il padre è stato rintracciato al chiringuito, impegnato in una telefonata, a circa 100 metri di distanza».

Rregole per maggiore sicurezza

«Il telefono è una delle prime fonti di distrazione dei genitori» spiega Simoni, che ricorda la recente proposta fatta proprio dai marinai di salvataggio, di far diventare questa figura professionale dei pubblici ufficiali. «Non tanto per fare multe – precisa Simoni – ma perché i genitori si responsabilizzino sentendosi osservati da un occhio che ha un’autorevolezza maggiore».

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