Salvata dalla peste e ora dal virus, il mistero di Bagnara

Ravenna

BAGNARA DI ROMAGNA. La Rocca Sforzesca, con le sue mura a racchiudere un nucleo storico pieno di fascino, sembrano fungere ancora da baluardo inespugnabile. E anche la Madonna del Voto pare vegliare ancora benevola sul paese così come accadde nel 1631 quando, narra la leggenda, la Vergine risparmiò l’abitato dalla peste. Un caso che potrebbe essere analizzato come studio al pari di Ferrara e Rovigo come indicato dal commissario regionale per l’emergenza covid-19 Sergio Venturi secondo cui «talassemia o malaria potrebbero aver avuto un ruolo nel mantenere quelle zone quasi intatte rispetto al coronavirus»? «Mi auguro che nessuno dei residenti si ammali, che permanga questa situazione il più a lungo possibile. Ma non credo, almeno alla luce delle conoscenze attuali, che ora come ora possano trarsi conclusioni diverse dalla casualità» commenta Raffaella Angelini, direttrice del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl Romagna.

I commenti
Dal punto di vista statistico, in una realtà, quella ravennate, in cui l’incidenza è nell’ordine del due per mille, su 2.427 anime dovrebbero esserci almeno due casi. Eppure, qualunque sia la ragione – storia, fede religiosa, dna o pura coincidenza – per ora Bagnara di Romagna resiste al coronavirus: è infatti l’unico dei 18 comuni del Ravennate ancora senza contagi. Un paese dove già prima dell’emergenza si viveva bene; e ancor più adesso che questo borgo gioiello incastonato nelle campagne della Bassa Romagna è senza virus. «Stiamo zitti, diciamolo piano» commenta sottovoce Gian Andrea Novelli, farmacista di un paese piccolo che ha però ha saputo attrezzarsi meglio di altri: nonostante le dimensioni contenute, nel centro raccolto restano aperti il supermercato e il forno ma anche alcuni ristoranti, la pizzeria e persino l’edicola e la gelateria che effettuano consegne a domicilio. «Quello dell’assenza di contagi è un argomento di cui si parla in paese – riprende Novelli che proprio ieri ha ricevuto uno stock di mascherine –, qualche cliente lo ha tirato fuori avendolo letto sul giornale. Diciamo che siamo fortunati a essere in questa situazione, speriamo di poter andare avanti così». «L’ho letto e l’ho sentito commentare anch’io» racconta l’ex ciclista professionista Roberto Conti, “grimpeur” che si mise in luce in varie edizioni del Giro d’Italia e del Tour de France, secondo cui il dato «può essere legato alla dimensione ridotta del paese» ma soprattutto «alla fortuna». Chiuso in casa come tutti («esco solo per fare la spesa»), anche lui ricorda l’aneddoto della Madonna del Voto cui Bagnara dedica la festa del paese l’ultima domenica di luglio: «Conobbi la storia ai tempi della scuola. Speriamo ci protegga anche dal coronavirus».

I numeri
In barba all’incidenza statistica, come detto i cittadini di Bagnara per ora resistono nel loro “fortino”, unici a reggere l’offensiva del covid-19; per fare un paragone, in una realtà di pari dimensioni, Casola Valsenio, su 2.507 abitanti un caso accertato c’è. Qui no. «Ma stiamo parlando di realtà piccole – conclude la Angelini –; per poter essere un dato significativo bisognerebbe ragionare su un contesto più ampio, una città. A fronte di un’incidenza fortunatamente bassa, è verosimile che ci siano realtà senza casi. Non posso escludere possano esservi anche altre ragioni, ma personalmente in questa fase restano ipotesi. Solo quando saremo usciti da questa fase di emergenza si potranno effettuare studi e dimostrarli scientificamente. Purtroppo questa è una malattia che conosciamo solo da due mesi».

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