Salvare il mare andando in vacanza, il progetto di una biologa

RIMINI. Chiude la stagione con un bilancio positivo il progetto “Sailing for blue life” messo a punto da Fondazione Cetacea e Aganoor. Dal 12 giugno al 18 settembre una settantina di persone di tutte le età ha accettato la proposta di trasformare la vacanza non solo in un periodo di attività all’aria aperta ma anche in un momento di studio e impegno attivo per la scienza e la tutela dell’ambiente. [caption id="attachment_285173" align="alignnone" width="1140"] Il rilascio in mare di una tartaruga (Foto Carlotta Santolini)[/caption] La riminese Carlotta Santolini, 25 anni, laureata in biologia marina e adesso impegnata in un dottorato in ricerca sul cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile, ha coordinato la parte scientifica del progetto. Due barche a vela di 13 metri con skipper e marinaio hanno navigato lungo l’Adriatico e lo Ionio ospitando in turni settimanali i vacanzieri-scienziati in quello che si può definire un progetto di citizen science.

Le tappe del viaggio e il lavoro svolto

Rimini, Taranto, Policoro, Porto Cesareo, Otranto... le barche del progetto hanno toccato tanti porti italiani ma si sono dirette soprattutto in Albania, Montenegro e Croazia. Gli ospiti a bordo (in alcuni casi studenti tirocinanti e ricercatori) si sono trasformati in scienziati del mare. Tante le attività svolte. É stato effettuato un monitoraggio con raccolta dati sulle specie indicatrici dei cambiamenti climatici come cernie e barracuda, specie resistenti al caldo che in passato non erano presenti in Adriatico. Sono state organizzate delle giornate di pulizia dai rifiuti sia sulla costa sia sui fondali, catalogando le differenti tipologie di rifiuto. Si è lavorato sulla fotoidentificazione dei delfini. Si è partecipato al rilascio delle tartarughe dai centri di recupero. Sono stati raccolti campioni di acqua marina per ricercare la presenza di dna delle specie vertebrate come tartaruga, foca monaca o delfino e in questo modo acquisire dati sulle migrazioni. Sono state realizzate interviste basate su questionario con i pescatori per acquisire ulteriori elementi relativi alla presenza delle specie aliene.

L’entusiasmo dei bambini

[caption id="attachment_285172" align="alignnone" width="1140"] Lezione ai bambini (Foto di Elisabetta Zavoli)[/caption] «Siamo molto soddisfatti», spiega Santolini, «non ci aspettavamo tante persone anche perché causa Covid il progetto è partito molto tardi. Ma è stata una grande soddisfazione vedere gente che non aveva mai messo una maschera fare immersioni e non voler più uscire dall’acqua, oppure vedere i bambini entusiasti nel raccontare tutto d’un fiato la loro attività giornaliera di snorkeling, sapere che tre dei nostri ospiti hanno deciso di iscriversi a biologia, oppure ancora la bellissima accoglienza che ci è stata riservata nei porti in cui abbiamo attraccato». La biologa riminese durante l’estate ha trovato anche il tempo e il modo di partecipare a un altro progetto di ricerca sulle coste siciliane. Qui ha preso parte a degli eventi organizzati attorno a un suo brevetto (Research diver) che consente a chi si immerge di raccogliere dati omogenei per segnalare la presenza di specie termofile in un altro progetto che scommette sulla partecipazione dei cittadini alla raccolta di dati utili alla scienza. Carlotta si occuperà adesso di sistemare e organizzare tutti i dati immagazzinati in questi mesi. Nel frattempo terrà delle lezioni nelle scuole e sta già progettando l’estate del 2022. [caption id="attachment_285175" align="alignnone" width="1140"] Raccolta dati sui rifiuti trovati in mare (Foto di Francesco Martinelli)[/caption]

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