Russare è spesso considerato un problema più per gli altri che per se stessi. In qualche caso, tuttavia, potrebbe celare patologie ben più gravi, come apnee del sonno e stridor . Qualora se ne soffra, quindi, è bene sottoporsi a una visita di controllo e agli esami del caso, dalla polisonnografia alla sleep endoscopy, così da stabilire con sicurezza l’esatta natura della problematica e scegliere di conseguenza il trattamento più appropriato tra i disponibili , con trattamenti conservativi anche integrati tra loro, fino all’intervento chirurgico. Questo il consiglio del dottor Ruggero Campisi, in forza all’équipe dell’Unità operativa di Otorinolaringoiatria del Primus di Forlì Medical Center e del San Pier Damiano Hospital di Faenza, all’avanguardia e a livello internazionale nel proprio campo.
«Quando parliamo di russamento intendiamo un rumore generato dall’aria che va a incanalarsi nei polmoni, quindi nella propria destinazione naturale, per essere respirata - spiega il professionista - pertanto, non denota un vero e proprio problema di salute, piuttosto, una questione relazionale e sociale, all’interno della camera da letto o, nei casi più gravi, di un condominio».
Per quanto riguarda l’epicentro sonoro, si tratta quasi sempre di un rumore palatale , più raramente nasale , contrariamente a quanto si pensi . Il rumore tipico del russamento, infatti, è prodotto dalla vibrazione del palato al passaggio dell’aria. «E’ vero che alla lunga potrebbero generarsi gli stessi effetti di un danno cardiovascolare, ma, pur essendo una possibilità descritta in letteratura ( con particolare riferimento a un coinvolgimento dei grossi vasi del collo nell’ambito di una pre-esistente ateromasia dei tronchi sovra-aortici- propiziato dalla continua vibrazione propagata all’interno dei tessuti corporei), non esiste alcuna correlazione matematica, ragion per cui, come detto, siamo lontani dal poter affermare che il russamento semplice rappresenti un rischio per la nostra salute».
Completamente diverso è il caso delle apnee del sonno. «Si tratta di eventi di desaturazione, che molto spesso coesistono o sono associati al russamento, anche se sono più silenziosi e vanno a iscriversi fra un episodio e l’altro. Questi sì che rappresentano un pericolo, in quanto costituiscono un fattore di rischio cardiovascolare indipendente. Quando un paziente viene a farsi visitare nel nostro centro perché russa, lo sottoponiamo, quindi, a una serie di accertamenti proprio per escludere in prima battuta che soffra di patologie più gravi».
Fondamentale è, perciò, effettuare una polisonnografia domiciliare notturna o un esame ancora più semplice come la pulsossimetria in modo tale da valutare cosa sottenda esattamente al russamento. «Una volta, la polisonnografia si poteva eseguire solo in appositi laboratori selezionati, con conseguenti difficoltà logistiche, di costo e prenotazione. Oggi, invece, almeno nel sistema privato solvente, si riesce a fare tutto in pochissimo tempo, mentre le nuove apparecchiature si prestano senza problemi a essere utilizzate a casa propria, garantendo una rilevazione assolutamente precisa e affidabile di tutti i parametri».
Lo strumento è simile a un Holter della pressione, ma più articolato, con fasce da applicare al torace e all’addome per valutarne i movimenti e verificare così eventuali escursioni della respirazione. Ci sono poi altre derivazioni che consentono di controllare la saturazione del sangue e il flusso nasale. «Una volta il macchinario era molto ingombrante, mentre oggi può tranquillamente trovare spazio nella camera del paziente e l’esame è quindi perfettamente compatibile con una notte trascorsa nel proprio letto. Ci sono addirittura service che si occupano di spedire tutta la strumentazione a casa, inviando anche un operatore o un video tutorial per il montaggio».
Ancora più agevole la pulsossimetria, che consta praticamente solo di un orologio da polso collegato a un saturimetro. «Il paziente non si accorge nemmeno di portarlo, tuttavia, tale strumento non riesce a fornire tutti i dati necessari a disegnare un percorso modellato sulle singole esigenze, e viene proposto più spesso nel paziente pediatrico ,poichè meno invadente e noioso , o per meri intenti di screening in paziente sano».
Oltre a questi esami, in occasione della visita risulta utile portare allo specialista anche reperti audio o video. «Spesso il paziente interpreta come russamento un rumore che russamento non è, per questo se il partner registra o filma ciò che accade durante la notte, può esserci di grande aiuto. Ci sono, infatti, connotazioni nosografiche che si prestano a essere confuse. Una, che è la più banale, è rappresentata dal groaning, fenomeno totalmente innocuo: si tratta di una sorta di lamento a bassa frequenza che può essere scambiato per russamento».
Una seconda, assai più seria e da escludere il prima possibile, è il rumore dello stridor, sempre laringeo. «A un orecchio non allenato può sembrare russamento, invece, denota una patologia molto grave a carico della laringe, dove ci sono le corde vocali e quindi un restringimento naturale in una zona cruciale per la respirazione». Ancora, andando a indagare, può capitare di svelare patologie pericolose come l’atrofia multisistemica, malattia neurologica la cui aggravante prognostica è proprio lo stridor. «Quando si analizza il russamento bisogna valutare un insieme di problematiche, come apnee, stridor e atrofia. Solo una volta escluse queste ultime si può intervenire , con serenità , sul russamento vero e proprio».