Sabrina Foschini presenta le poesie del mito a Riccione

Cultura

RICCIONE. «Chi pensa che dentro di me abiti il buio non sa leggere e non sa nemmeno guardare. Non immagina che ciò che incontra nel suo breve destino è solo l’ombra, del magnifico disegno che il mio telaio di parole va tessendo nei secoli futuri e in quelli passati perché il tempo non ha potere, per chi regna sulla poesia».
Queste le parole che l’artista e scrittrice riminese Sabrina Foschini immagina per il grande Omero, leggendariamente cieco ma allo stesso tempo molto più abile di cogliere la realtà circostante di chiunque altro.


Il nuovo libro dell’autrice Gli dèi bugiardi (Pequod, 2021), una raccolta di poesie dedicate al mito greco, verrà presentato questa sera (venerdì 5 novembre) alle 21 nello Spazio Assiamica Eventi di Riccione (via Lazio, 25). A introdurre l’incontro sarà la giornalista Vera Bessone.


La raccolta, dal titolo dantesco, è divisa in quattro sezioni: i mortali, i longevi, i divini e i mostri, dove ogni personaggio si presenta in prima persona, con un monologo poetico a volte struggente e a volte crudele.


Foschini, da dove è partita la scintilla per questo lavoro?
«Il primo esperimento della raccolta è stato Icaro ed era legato a un’esposizione artistica – racconta l’autrice –. Dopo essermi cimentata con i personaggi biblici in Voce del verbo, affrontare il mito mi sembrava un’impresa ancora più ardua, però ho deciso di dare anche a questi personaggi noti a tutti un’identità nuova, lontana dagli archetipi. Desideravo farli parlare come persone vere e proprie con le loro paure e i loro limiti. La mia passione per la mitologia viene da molto lontano: ricordo che da bambina, ancora alle elementari, sbirciavo tra i libri di epica di mio fratello queste storie magiche pensando a quanto sarebbe stato bello vivere in quell’epoca. Da quel momento il mito mi ha sempre accompagnata e l’ho ritrovato nella poesia, nella storia dell’arte ed è un tema che mi appartiene molto».


In che modo si è avvicinata alle varie figure facendosi suggerire le loro parole?


«Quando scrivo mi vengono sempre in mente le immagini di opere d’arte, è proprio una mia caratteristica. Queste sono state affiancate alla descrizione mitologica di Omero o di Ovidio, ma senza la pretesa di essere esaustiva. Qui ho scelto di compiere un’operazione ambiziosa e scellerata, basata sulle mie suggestioni. Mi premeva l’umanizzazione del mito aprendo finestre su personaggi che ho potuto interpretare psicologicamente. La sensorialità e il corpo sono centrali. La raccolta si apre con Omero che rappresenta il poeta e si chiude con Dioniso che ci annuncia “Non c’è morte”. Nel titolo prendo spunto da Dante ma senza alcuna accezione negativa: nelle vite degli dei ci sono intrighi e inganni proprio come nelle nostre».


Foschini è reduce del settimo Festival internazionale di poesia ad Atene e le sue parole sono appena state tradotte e pubblicate in spagnolo da Juan Vicente Piqueras nell’antologia “Mordiscos y plegarias” edita da Renacimiento di Siviglia.


Com’è leggersi in un’altra lingua?


«Molto bello e musicale, come Juan Vicente Piqueras sa essere. Questo poeta spagnolo ha tradotto inoltre l’opera completa di Tonino Guerra e ama molto il romagnolo».


Ingresso libero con green pass.

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