San Marino, rubano video intimo dell’influencer e lo diffondono in rete

Hackerano lo smartphone di una famosa influencer sammarinese e mettono in Rete un video intimo della giovane donna che ora corre ai ripari e presenta un esposto denuncia a San Marino e in Italia. Il reato ipotizzato è quello di “revenge porn”. Ad annunciare l’azione legale sono i suoi avvocati Stefano Pagliai del Foro di Firenze e Rossano Fabbri del Foro di San Marino. In una nota diffusa alla stampa, i legali spiegano che «contrariamente alle molte illazioni e malignità che abbiamo trovato riproposte sui social, il video in questione, ingenuamente realizzato in un momento di intimità, non è stato diffuso dalle persone rappresentate, bensì abusivamente sottratto ed oggi oggetto di una diffusione divenuta purtroppo virale sia a San Marino che in Italia». I legali spiegano quindi di aver «ricevuto mandato a procedere in tutte le sedi, sia sammarinesi che italiane al fine di perseguire non solo gli autori del furto ma anche tutti coloro che, in violazione di norme previste sia nel codice penale sammarinese che di quello italiano, si stanno rendendo autori di ulteriori condotte di illecita diffusione del video».

Revenge porn

Quelle immagini molto esplicite di momenti d’intimità che le indagini delle rispettive magistrature saranno chiamate a “capire” come sono state rubate, come detto, hanno purtroppo generato la morbosa curiosità dei frequentatori della Rete dove la giovane vittima è di casa. E dato spunto per commenti nella maggior parte dei casi sopra le righe (per usare un eufemismo). Ecco perché i due avvocati ricordano a tutti «che anche la mera condivisione di video aventi contenuti sessualmente espliciti contro il consenso delle persone rappresentate integri il reato di “revenge porn”, reato previsto dall’articolo 181 - ter del Codice penale sammarinese e 612 – ter codice penale italiano». Per questo motivo «vista la gravità di quanto avvenuto invitiamo, per non compromettere ulteriormente la serenità delle persone coinvolte – e, soprattutto, dei loro familiari – a voler riportare i commenti sulla vicenda nei canoni del dovuto rispetto e della dovuta sobrietà».

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