Rubano l'identità a broker riminese e stipulano polizze auto false in Campania

Rimini

RIMINI. Gli rubano l’identità digitale e stipulano decine di polizze auto false in Campania. La vittima è un noto broker assicurativo riminese finito suo malgrado al centro di un’inchiesta da cui sta cercando di uscire assistito dagli avvocati Gianluca Brugioni e Matteo Zucconi.

Il caso

A portare all’iscrizione del suo nominativo nel registro degli indagati della procura della Repubblica di Napoli nord con l’ipotesi di reato di truffa, le indagini scattate a seguito di un banale tamponamento in una strada del capoluogo campano. Gli agenti intervenuti per i rilievi, hanno scoperto che uno dei mezzi coinvolti non aveva la copertura assicurativa. «Impossibile», aveva risposto il conducente. E per perorare la sua causa e confutare da subito le conclusioni tratte dalle forze dell’ordine, ha mostrato la regolare ricevuta di pagamento custodita nel cruscotto. Purtroppo, però, avevano ragione gli agenti. Il tagliando uscito dalla sua stampante, dopo aver stipulato un contratto altamente vantaggioso, non aveva alcuna validità. Era falso. Carta straccia. Dopo la multa e il fermo amministrativo del veicolo, sono scattate anche le indagini della magistratura.

L’indagine

C’è voluto relativamente poco tempo per individuare chi aveva emesso la polizza incriminata. L’indirizzo Ip e tutte le coordinate dell’emissario dell’assicurazione hanno portato la procura all’ufficio del broker riminese, un professionista con anni e anni di esperienza alle spalle, cui il pubblico ministero titolare dell’inchiesta ha già notificato l’avviso di conclusione indagini. Gli avvocati Brugioni e Zucconi, hanno immediatamente sfruttato la finestra dei 20 giorni concessi dalla legge per sollecitare ulteriori adempimenti giudiziari. Per prima cosa hanno chiesto che il loro assistito fosse interrogato. Cosa avvenuta per rogatoria dai carabinieri di Rimini sabato scorso. I legali del professionista, che ha rigettato le contestazioni, hanno consegnato la documentazione in cui, a loro avviso, è dimostrata in maniera incontestabile l’innocenza del loro cliente. I truffatori, infatti, di corretto hanno “rubato” ed usato solo il nome e cognome, mentre non sono stati in grado di recuperare il numero di iscrizione nell’apposito registro di chi esercita la professione, così come nei documenti da loro emessi è sbagliato anche l’indirizzo dell’agenzia.

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