Ronde anti crimine illegali: in 23 di Forza Nuova davanti al giudice

Cesena

Ronde organizzate, “in divisa” ed a caccia di eventuali reati commessi da altri, per dare “più sicurezza ai cittadini” al posto delle forze dell’ordine.
Ventitré persone finiranno presto a processo. Dopo essersi opposte ad un decreto penale di condanna ricevuto (che comportava il pagamento di una sanzione) dovranno sostenere in 1° grado le accuse circoscritte in passato dalla procura di Forlì. Per fatti avvenuti dall’inizio ad oltre la metà dell’anno 2018.
Tutte le persone che finiranno alla sbarra sono (anche se in molti casi erano ed ora non sono più, perché allontanati o allontanatisi dal partito) militanti di Forza Nuova.
L’attenzione delle forze di polizia in quel periodo era massimale su vicende simili. Anche perché proprio in contesti di ronde “per la sicurezza” organizzate nel Lazio, c’era stato un omicidio colposo. Un cittadino (straniero) che sospettato di essere un “malfattore” era stato centrato con un violento pugno che gli aveva causato lesioni craniche fatali.
Forza Nuova nel cesenate ed in generale in Romagna pubblicizzava (con tanto di comunicati stampa e immagini postate poi sui social) ronde notturne nei punti ritenuti più caldi e a rischio presenza di micro criminalità e stranieri irregolari.
L’ipotesi di accusa formulata dalla Procura di Forlì dopo le investigazioni della Digos di polizia, era di quella di aver violato l’articolo 134 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che recita… “Senza licenza del Prefetto è vietato ad enti o privati di prestare opere di vigilanza o custodia di proprietà mobiliari od immobiliari e di eseguire investigazioni o ricerche o di raccogliere informazioni per conto di privati”.
Le “passeggiate per la sicurezza” di Forza Nuova avevano coinvolto nel tempo le tratte ferroviarie e dei bus romagnole con lo scopo di “monitorare le bande di teppisti ed immigrati che spadroneggiano sui mezzi pubblici”; o i centri cittadini per “la presenza di bande di spacciatori, immigrati, senza tetto”; ma anche piccoli borghi come Balze di Verghereto o la zona di Ca’ ossi a Forlì; o a Cesenatico per “lo stato di degrado in cui versa il territorio comunale a partire dalle ex colonie divenute ricettacolo - dormitorio di criminali d’importazione, zone in cui è pericoloso avventurarsi”.
A seconda del numero di episodi in cui sono stati ritenuti partecipi dagli inquirenti, il Gip aveva con decreto penale di condanna “multato” tutti per cifre oscillanti tra i 750 ed i 1.250 euro.
Difesi prevalentemente dall’avvocato Mario Giangasparo di Perugia, per essersi opposti al pagamento della pena pecuniaria convertita andranno ora a discutere l’accaduto davanti al giudice imputati che vivono a Rimini, Forlì, Cesena, Savignano, San Clemente, Roncofreddo, Faenza, San Marino, Ravenna, Predappio, Lido Adriano e Imola.

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