Roncofreddo, sentenza del Tar mette in crisi azienda agricola

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«Sentenza del Tar del Lazio assurda, affossa le lavorazioni tipiche». Imprenditore roncofreddese tuona contro una decisione che sta facendo tremare le imprese di trasformazione del mondo agricolo.

L'imprenditore agricolo e panificatore Matteo Dellanoce ha origini milanesi, essendo vissuto a Lodi fino a tre anni fa. Poi la decisione di trasferirsi in Romagna e in particolare nella collina di Roncofreddo. Ha acquistato un'azienda agricola, che con i terreni presi in affitto sfiora i 50 ettari di ampiezza e dove produce grano, vino e olio. Inoltre ha preso in gestione tre piccoli forni, uno a Roncofreddo, uno a Longiano e uno a Cesenatico. Finora ha investito nelle due attività, dando assumendo 9 dipendenti.

«Siamo un'azienda agricola e a Roncofreddo - spiega Dellanoce - facciamo coltivazione di vigna, ulivi e grano biologico. Quest'ultimo lo trasformiamo in farina e, come attività connessa all'azienda, panifichiamo. Pane, grissini, spianate e altro da grano biologico a chilometro zero. Una sentenza del Tar ha stabilito che la nostra attività connessa, ossia la panificazione, distorce il mercato, in quanto come azienda agricola godiamo di aiuti di Stato. Ciò implica che la nostra filiera si ferma alla produzione di farina e non può proseguire con la panificazione e la vendita diretta. Parte degli investimenti fatti fino ad ora come l’acquisto dei laboratori, l’assunzione di personale, la creazione di tre punti vendita, rientrano per il Tar nel mondo commerciale. Per noi diventa economicamente insostenibile. Nel mio caso l'alternativa sarebbe lasciare a casa 9 persone e chiudere 3 punti vendita, che toglierebbero dal mercato un prodotto d'eccellenza, per qualità e attenzione alle produzioni agricole. Oppure dovrei utilizzare per la panificazione non un grano di qualità autoprodotto, ma acquistando magari un prodotto d'importazione dall'estero, realizzato con farine di bassa qualità o prodotte in paesi come la Romania dove la manodopera costa poco, oppure fatto in forni industriali di terzi e poi vendere quello. Oppure con un commercialista dovrei "inventarmi" dei passaggi di prodotti tra società collegate che non avrebbero senso».

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