Roberto Vecchioni ad "Antico/Presente"

Il Festival del Mondo Antico attende per questa sera la lectio magistralis di Roberto Vecchioni che sarà accolta alle 21.30 dalla Piazza sull’acqua, vicino al Ponte di Tiberio di Rimini. Ed è proprio “Sul ponte” il titolo di questa conferenza che farà ritornare il grande cantautore, professore e scrittore in città.

Vecchioni, di cosa parlerà?

«Partiremo dal Ponte di Tiberio che ci ospita per ripercorrere un po’ di storia dei romani, che andavano alla conquista dei territori ma costruivano anche ponti – racconta –. Le rive separano i rivali, mentre con un ponte questi ultimi possono diventare compagni di lavoro. Il ponte ha rappresentato nei secoli una grande conquista linguistica e sociale e nel corso della lectio magistralis si andrà a esplorare anche dal punto di vista spirituale. In questo senso credo sia l’argomento del nostro millennio e mi piace sempre dire che siamo una sola moltitudine a cui dobbiamo arrivare. I ponti danno accesso ad altre culture e a modi di fare differenti, quindi rappresentano una ricchezza. Rimini e il territorio circostante hanno poi segnato un passaggio fondamentale per i romani, quando Giulio Cesare varcò il Rubicone. Inoltre c’è un’altra curiosità: a Rimini il dna degli antichi romani è ancora più presente in percentuale rispetto alla zona di Roma stessa, come ha evidenziato l’analisi di alcuni celebri studiosi».

Che rapporto ha con la Romagna?

«Meraviglioso: ogni zona è caratterizzata dalla propria peculiare ospitalità (penso anche a Cesenatico, Cervia, Milano Marittima che conosco bene) e a Rimini è rimasto il popolo paesano nel senso più alto del termine, di principi antichi, di bella gente. Ho visitato spesso la Domus del Chirurgo o lì vicino il Castello di Gradara. A Rimini si diventa ottimisti sempre. Poi c’è il mare di Fellini o quello cantato da Fabrizio De André: le due espressioni del Novecento più belle e straordinarie a cui è difficile non pensare quando si passa da qua».

Da insegnante come valuta questo periodo affrontato a scuola ai tempi della pandemia?

«Penso sia una ferita che si rimarginerà facilmente perché i giovani hanno questa forza di elaborare e di sapere tornare subito allegri (come a Rimini!). L’insegnamento a distanza non mi è mai piaciuto e avrei preferito venissero prese altre strade, come le lezioni all’aperto, ma si è fatta di necessità virtù».

Ingresso libero su prenotazione su www.ticketlandia.com

Irene Gulminelli

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