Rimini. Rubata la lampada votiva ma il canone si paga lo stesso

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«Oggi mi è arrivato il bollettino da pagare per il canone “lampade votive del cimitero”. Peccato che dalla tomba abbiano rubato proprio la lampada». A raccontare l’amara vicenda, affidandosi a Facebook, il consigliere della Lega a Santarcangelo, Marco Fiori. Che precisa subito: «Il messaggio non ha alcuna valenza politica, è solo uno sfogo personale. I miei defunti sono sepolti al cimitero di San Vito di Rimini, - spiega - quindi mi reco in visita, ogni volta che posso, e almeno dal 1992. Purtroppo non è raro rinvenire vetri rotti, - afferma - o venire a sapere di borse rubate o di gente che insegue gli anziani fino all’auto, chiedendo soldi con insistenza». A seguire entra nel merito dell’accaduto: «Per la solennità dei defunti, il 2 novembre scorso, ho accompagnato mia madre al cimitero. Ai nostri occhi si è palesata subito una brutta sorpresa, visto che abbiamo trovato la lampada votiva divelta». Lo scopo di un gesto simile? «Non voglio pensare che si tratti di vandalismo. Forse chi ha rubato la copertura di vetro, l’ha fatto per metterla davanti a un’altra tomba, dove si era rotta. Ed il fattaccio potrebbe essere capitato anche tempo prima, perché l’ultima volta ero riuscito ad andare d’estate». Ora, oltre al danno la beffa, c’è da pagare il canone annuale che ammonta a 40 euro. Tuttavia, fa osservare Fiori, «con quella cifra una lampada votiva mi dura quanto i fuochi fatui, perché i led non costano nulla». Stessa situazione costellata da criticità «anche nel cimitero di Santarcangelo – rileva – dove solo pochi giorni fa si è registrato l’ennesimo furto, quando hanno rotto il vetro di un’auto per rubare un borsello lasciato all’interno. Tutti episodi che spingono me ed altri cittadini a non mandare gli anziani da soli. Perché per un cittadino che denuncia il fatto, ce ne sono 99 che restano in silenzio», sostiene, evidenziando che «non si tratta, beninteso, solo di furti di fiori, trafugati per passarli da una tomba all’altra, un po’ come nel film-commedia con il conte Mascetti impersonato da Ugo Tognazzi, ma anche di atti vandalici fini a se stessi. Non c’è il minimo senso della morale, insomma. Una volta si diceva: “Chi ruba in chiesa non ha fortuna”, oggi bisognerebbe aggiornare l’aforisma, aggiungendo che dissacrare un loculo non è meno grave. Del resto la gente non ha rispetto per i vivi, - conclude - figuriamoci per i morti».

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