Ristorazione in lutto a Faenza: addio a Pinè

Faenza

Si è spento ieri a 83 anni, stroncato da complicazioni dopo avere contratto il Covid, Giuseppe Silvestrini, il mitico Pinè, ristoratore sui generis, conosciuto in tutta la regione e anche oltre. Per andare a mangiare nel suo ritrovo campestre, nato per caso, occorreva prenotare, nel momento d’oro della sua attività (quindici, venti anni fa), anche con un anno di anticipo. Aveva un’azienda agricola sopra Fognano, a monte Ronco, dove aveva creato un piccolo paradiso: ospitava gente per cene memorabili e baldorie assicurate. Le ultime si sono svolte circa otto anni fa: venivano da Bologna, Modena, Rimini, dopodiché l’età avanzata e le normative di carattere igienico-sanitario lo hanno portato a desistere. «L’hanno ricoverato quattro cinque giorni fa – afferma Stefano Bucci, con il quale Pinè ha vissuto insieme tutto l’inverno scorso a Pieve Cesato –. Ricordo che nel 2004 si tenne a battesimo l’associazione Amici di Pinè che al prezzo di un euro, dotava i clienti di una tessera vitalizia. L’associazione calcolò in quell’anno oltre 10mila clienti».

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