Rispetto dell'ambiente e fondi Pnrr: Forlì e Rimini tra i Comuni più virtuosi d'Italia

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Ci sono anche Forlì e Rimini tra i Comuni virtuosi messi in risalto alla XVI edizione del Forum Compraverde Buygreen 2022, due giornate organizzate a Palazzo WeGil in largo Ascianghi a Roma: secondo i dati del quinto rapporto "I numeri del Green Public Procurement in Italia" dell'Osservatorio Appalti Verdi, nato dalla collaborazione di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, in partnership con Assosistema, Novamont, Università degli Studi di Padova, AdLaw Avvocati Amministrativisti e Federparchi, il trend di applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) negli appalti per l'acquisizione di beni e nei servizi da parte dei capoluoghi di provincia è in crescita: 1 su 3 quelli che dichiarano di adottare tra l'80 e il 100% dei parametri del Green Public Procurement, ossia 35 sugli 89 che hanno preso parte al monitoraggio civico.

I Comuni virtuosi

Rispetto agli acquisti verdi e i CAM, oggi la loro adozione è prerequisito essenziale per concorrere ai bandi del PNRR. Nel complesso, sono 35 i Comuni che registrano un tasso di attuazione dei CAM superiore all'80%, 18 quelli che raggiungono il 100%, ovvero più del doppio rispetto allo scorso anno: Belluno, Bolzano, Brescia, Chieti, Cuneo, Ferrara, Forlì, Imperia, Latina, Mantova, Modena, Monza, Padova, Pavia, Pordenone,  Rimini, Savona e Trento. Tenuto conto di tutti i fattori che concorrono a formare l'indicatore complessivo, il capoluogo più performante risulta Torino. Entrando nello specifico, il 98% delle amministrazioni coinvolte è a conoscenza del GPP, in crescita rispetto allo scorso anno. I criteri ambientali più applicati sono quelli relativi all'acquisto di stampanti, di carta in risme e sui servizi di pulizia, quelli meno applicati riguardano invece l'edilizia (il 37,8%, dato in peggioramento rispetto allo scorso anno), i prodotti tessili (il 37%), l'acquisto di calzature e accessori in pelle (il 34,7%). Tra le maggiori criticità che i capoluoghi riscontrano nell'applicazione dei CAM, al primo posto figurano la mancanza di formazione (46%), seguita dalle difficoltà nella stesura dei bandi (41%) e dalla mancanza di imprese (25%) dotate dei requisiti per la partecipazione a bandi che hanno integrato i CAM.

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