Riso rosso per il colesterolo: fa davvero bene?

Da qualche tempo si sente parlare di integratori al riso rosso per migliorare l’ipercolesterolemia. Questi sono prodotti derivati dalla fermentazione del lievito Monascus purpureus sul riso bianco, il quale conferisce il caratteristico colore rosso.

Gli integratori alimentari riso rosso

Il riso rosso è disponibile sotto forma di integratore alimentare, contenente una speciale sostanza denominata monacolina K: sostanza dal funzionamento paragonabile a quello delle statine. Queste, nel dettaglio, sono dei reali inibitori dell’ HMG-CoA reduttasi e sono una categoria di farmaci prescritti al fine di diminuire il colesterolo alto nel sangue, in quanto in grado di limitare l’assorbimento del colesterolo nel fegato.

Le statine sono quindi capaci di bloccare l’enzima epatico responsabile della produzione di colesterolo, che quando presente in quantità troppo elevate nel sangue aumenta il rischio di malattie cardiovascolari nell’essere umano.

Un integratore con le stesse funzioni di un farmaco

Gli integratori riso rosso colesterolo sono in grado di ridurre l’ipercolesterolemia totale, i livelli di LDL e quelli di trigliceridi nel sangue. Una buona soluzione per chi soffre di problematiche legate al colesterolo alto… O forse no.

Le attuali ricerche hanno infatti dimostrato che, seppur il riso rosso sia una buona soluzione per tutti coloro che vivono quotidianamente l’ipercolesterolemia, tali integratori hanno una struttura chimica che li rende molto simili a farmaci. Questo risultato porta quindi con sé diversi svantaggi, che sono i medesimi effetti collaterali provocati dalle statine, ovvero acidità di stomaco, mal di testa, sensazione di confusione e, infine ma non certo per importanza, disturbi addominali.

L’indagine dell’EFSA

L’ Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, EFSA per l’appunto, ha messo in luce che l’ impiego di integratori a base di riso rosso fermentato è tutt’altro che privo di rischi. Una recente ricerca ha dimostrato che, poiché tali integratori forniscono dosi giornaliere di monacolina K pari a 10 mg, gli effetti collaterali potrebbero essere dietro l’angolo.

Ovviamente, tali conseguenze indesiderate possono variare di soggetto in soggetto, ma l’EFSA si è occupata di revisionare tutte le prove scientifiche raccolte fino ad oggi ed ha concluso che gli effetti collaterali potrebbero manifestarsi anche per dosi di monacolina K pari a 3 mg al giorno.

Un’altra conseguenza indesiderata che non abbiamo menzionato, ma di recente provata, è relativa all’apparato muscolo-scheletrico. Sembra infatti che la monacolina K possa addirittura portare a problematiche quali dolori e persino rottura delle fibre muscolari. Inoltre, seppur i benefici per il colesterolo siano indubbi, tale sostanza può causare danni anche al fegato.

Gli svantaggi superano i vantaggi

A conti fatti, seppur il riso rosso fermentato funziona per la riduzione del colesterolo, anche l’EFSA ne ha fortemente sconsigliato il consumo, se non dietro specifico parere medico, come già avviene per la maggior parte dei farmaci.

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