Riscoprire come è bello il basket senza le porte chiuse

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Emozioni. Quanto ce n’era bisogno. Quella scorsa è stata una domenica davvero speciale per il basket romagnolo perché, con la ripresa dei campionati di A2 e B a porte aperte, si è tornati finalmente a respirare l’atmosfera di un tempo. Quella che dovrebbe regnare dentro un palasport o a qualsiasi impianto sportivo, di ogni categoria o paese. Inutile negare l’evidenza: ci eravamo assuefatti, tutti, in questi 20 mesi ad una situazione anomala. Fredda. Quasi irreale. E così domenica scorsa già dalla presentazione delle squadre, passando poi per l’alzata della palla a due fino ai primissimi minuti di gioco, tutti abbiamo riscoperto la pallacanestro come invece abbiamo imparato ad amarla.

Faenza e Imola sono state le prime a poter assaporare questa gioia, domenica prossima toccherà a Ravenna, Cesena, Rimini e soprattutto Forlì, dove i 1.000 abbonamenti a disposizione sono andati bruciati, testimoniando una passione immensa. E così anche gli appassionati di queste piazze potranno godere dal ritrovare certe abitudini, certe atmosfere, certe emozioni per l’appunto. Al momento 35%, 50% o 100% di capienza poco importa perché innanzi tutto ai tifosi stessi serve un po’ di tempo per allontanare la paura e riappropriarsi serenamente di certi spazi, ma non possiamo altresì negare di aver cominciato a scacciare certi incubi proprio con il ritorno alla normalità dentro i palazzetti. Così è stato a Faenza, dove davvero in tanti hanno risposto presente al richiamo di una squadra da celebrare per il successo in Supercoppa come i Raggisolaris, godendo di una partita da alta classifica e dell’ennesima prova di forza di Petrucci e compagni. Quel “Romagna Mia” intonato alla fine dai tifosi faentini e la già profonda simbiosi tra la squadra e il Pala Cattani hanno toccato le corde di tutti, soprattutto di chi come giocatori ed addetti ai lavori erano “digiuni” da tantissimo tempo di un certo impagabile “nutrimento”.

Lo stesso è successo al Pala Ruggi di Imola, un palasport che trasuda storia e tradizione, uno dei posti più particolari in assoluto dove vedere e giocare una partita di pallacanestro, per quelle tribune rovesciate addosso al campo e la mancanza di spazio, anche dietro i canestri, quasi “opprimente” per i tiratori. Il “Forza Imola” riecheggiato al momento della palla a due, sotto la spinta sonora della curva biancorossa, ha riallacciato in un colpo solo il legame con quel film interrotto a febbraio 2019, coinvolgendo i presenti in un dolcissimo viaggio nel tempo, nel quale ben poco contavano categoria, nome dei protagonisti o qualità del gioco. E poi, proprio al Ruggi, la presenza in tribuna di due campioni, imolesi ormai adottivi, come Vincenzo “El Diablo” Esposito e Cristiano Fazzi, ha confermato che quelle famose emozioni mancavano tremendamente a tutti. Il loro messaggio, insomma, è che si possono riscoprire e riprovare dovunque, basta trovarti in un posto che ami, davanti allo sport che adori e con tutta attorno la tua stessa passione. Serie B, C o Y poco importa. Emozioni. Quanto ce n’era bisogno.

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