Pensione, investimenti, conti correnti. Dopo aver convinto lo zio a sottoscrivere la delega per autorizzarlo a gestire le sue finanze, gli ha prosciugato tutto, portandosi via in sei anni oltre 100mila euro tra risparmi e investimenti, usando pure il suo nome per ottenere un prestito di altri 10mila euro. Se ne sarebbe accorta l’amministratrice di sostegno, nominata d’urgenza non appena la banca ha segnalato che i depositi dell’anziano correntista erano in rosso. Così, considerate le condizioni mentali dell’uomo, affetto fin da giovane da un disturbo psichiatrico, la Procura ha indagato il nipote, un 50enne di Riolo Terme, per circonvenzione d’incapace. Già rinviato a giudizio, il processo nei suoi confronti si è aperto nei giorni scorsi.
Una persona «raggirabile»
I fatti risalgono quantomeno al 2012, anno in cui sono partite le verifiche bancarie della tutrice, giunte fino alla segnalazione del 2018. L’avvocato Francesca Abete era infatti stata nominata amministratrice di sostegno d’urgenza, non appena la sorella dell’anziano, ormai abbondantemente passati i 70 anni, ha segnalato che il fratello, da lei giudicato «estremamente vulnerabile e raggirabile», era rimasto senza nessuno dei titoli posseduti e senza denaro, additando il nipote come responsabile di operazioni ritenute inopportune e dannose.
Conti prosciugati
Le indagini dell’amministratrice si sono fatte largo tra le carte concesse dalla filiale. Due i conti passati al setaccio: uno cointestato dall’uomo con l’anziana madre, e un secondo invece aperto dopo il decesso della donna, nel 2015. Nel primo caso sarebbero emersi prelievi contanti e bancomat compresi tra i 50 e i 1.500 euro, per un totale di 225.300 euro operati tra l’ottobre 2008 e dicembre 2015, arrivando a un saldo negativo di -112 euro. Difficile, secondo la relazione dell’amministratrice, che quelle operazioni fossero state effettuate dalla co-titolare del conto, ormai allettata e non più in grado di recarsi in banca. Altrettanto difficile che il figlio avesse bisogno di così tanto denaro contante, dato che la sua routine era limitata a una vita sociale alquanto ridotta. La stessa amministratrice ha quantificato in appena 400 euro mensili la liquidità necessaria per il suo sostentamento. Non bastasse, dopo la morte della madre, il secondo conto corrente dell’anziano era stato ripulito alla stessa maniera di 47mila euro in appena tre anni tra l’agosto del 2015 e il marzo del 2018.
L’investimento e il prestito
Sospetta anche la decisione di disinvestire 80.049 euro. Oltretutto il nipote nel novembre del 2017 avrebbe anche ottenuto un prestito di altri 10mila euro facendo figurare lo zio come coobbligato.
Le rate che il 50enne avrebbe dovuto pagare sono poi risultate insolute.
L’esposto è confluito nel fascicolo aperto dalla Procura. E ora il processo è entrato nel vivo. L’imputato, difeso dall’avvocato Valentina La Cara, dovrà difendersi dalle accuse di circonvenzione d’incapace e furto, reati pluriaggravati dall’età avanzata e dalle condizioni psichiche della vittima, oltre al danno patrimoniale di rilevante entità. Parte civile la sorella dell’anziano e l’amministratrice di sostegno, che si sono costituite con gli avvocati Luca De Tollis e Massimiliano Ricci Bitti.