Riolo, lavori per la messa in sicurezza della grotta di Re Tiberio

Faenza

Fondi in arrivo per la Vena del gesso dalla Regione grazie al Programma di investimenti per i parchi e le aree protette 2021-2023. All’Ente parchi e biodiversità Romagna andranno in tutto 388mila euro, di cui la metà sarà riservata a interventi previsti sui siti della Vena.
Tra questi, il più significativo è rappresentato dalla messa in sicurezza, mediante la collocazione di una rete di contenimento, della parete gessosa soprastante la grotta di Re Tiberio, a Borgo Rivola. La grotta, uno degli elementi di maggiore pregio dell’intero parco per le sue caratteristiche geologiche e archeologiche, fu chiusa al pubblico nel 2019 «in seguito a problemi insorti con le piogge nel maggio di quell’anno, che determinarono la caduta di piccoli ciottoli», spiega il presidente dell’Ente, Antonio Venturi.

A ritardare la messa in sicurezza della parete, anche l’aumento dei prezzi delle materie prime, in particolare il ferro: «Ecco perché abbiamo dovuto attendere il piano triennale della Regione» afferma Venturi. Il costo dell’intervento sarà di 60mila euro e l’obiettivo è riaprire la grotta prima della fine dell’anno.
Intanto, nonostante la vegetazione si sia ripresa i suoi spazi e la polvere di gesso proveniente dalla vicina cava continui a depositarsi in superficie, l’interno si è mantenuto in buone condizioni, senza presentare danni o fratture. Legata alla riapertura della Grotta di Re Tiberio è anche l’inaugurazione della Casa cantoniera, la cui ristrutturazione è praticamente conclusa. Resta da indire il bando per la gestione.
Altri 35.300 euro provenienti dalla Regione serviranno invece all’acquisto di una dolina dall’alto valore naturalistico, situata nella zona di Monte Mauro. Una porzione dell’area sarà al centro di un progetto a tutela della biodiversità, attraverso un ulteriore finanziamento da 29mila euro: «Almeno il 30% dei fondi ricevuti – precisa nello specifico Venturi – devono essere investiti per la valorizzazione della biodiversità. Noi abbiamo pensato a un’iniziativa per favorire gli insetti pronubi, non solo le api ma anche altri impollinatori, che purtroppo sono in calo ovunque».

Tale iniziativa si inserirà nel contesto della realizzazione di un complesso naturale a macchia-radura, vale a dire un prato arbustato, nel quale verrà insediata flora rara. Tra le piante da reintrodurre, anche la felce aplenium sagittatum: uno dei pochi posti in cui era possibile trovare questa specie in Italia era proprio all’ingresso della grotta di Re Tiberio.
Ma alla sua estinzione, avvenuta negli anni ‘60, l’uomo contribuì in almeno due maniere: prima con le spedizioni dei botanici di ogni parte d’Europa, che accorrevano alla Vena del gesso per prelevare una foglia della rara felce da inserire nei propri erbolari; poi con l’interruzione dello stillicidio, che creava un ambiente perfetto per la sua crescita, sancito dalle attività estrattive della cava.
Infine, una cifra di 36mila euro sarà destinata a una serie di interventi di riqualificazione dell’accoglienza dei visitatori e di implementazione del labirinto didattico del Giardino delle erbe officinali a Casola Valsenio.

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