Riolo, i segreti del Parco dei gessi: geyser, fuochi, gas, sorgenti

Parte il 10 marzo al Centro Visite del Parco dei Gessi a Borgo Rivola l’esposizione temporanea “Microkosmos”. Una serie di immagini fotografiche riveleranno incredibili segreti del Parco: in particolare si tratta di fenomenali e colorati ecosistemi microbici presenti nelle grotte della catena gessosa, candidata al riconoscimento Unesco.
Da scoprire non ci sono solo tali ecosistemi: sono molteplici le eccellenze scientifiche, geologiche, storiche e ambientali di cui finora si è poco parlato e che solo ora stanno avendo una divulgazione più ampia, con l’obiettivo di rimarcare l’unicità e l’eccellenza di questo territorio a livello mondiale.
«E’ una montagna che respira» sintetizza la guida speleologica e ambientale Andrea Benassi nel descrivere getti imponenti di vapore, emissioni di gas endogeni, pozze biochimiche, risorgenti di acque profonde, passi secolari che conducevano a frazioni dimenticate dal tempo.
I geyser
«I getti di vapore sono belli da vedere – racconta Benassi – e ce ne sono in tutto il Parco. Sopra Crivellari i geyser possono raggiungere anche i 10/15 metri di altezza. Ovviamente non sono continui, occorrono le giuste condizioni e temperature».
Si formano grazie alla circolazione di correnti sotterranee che creano condense di vapore: un procedimento simile a quello delle nuvole in cielo, però ipogeo: fuoriescono infatti da camini collegati con la superficie.
Pozze, risorgenti e vulcanetti
Ci sono poi gli affioramenti di gas endogeni profondi e giacenti anche a 30-40 metri di profondità. Ne può emergere una sostanza detta salsa che contiene anidride carbonica, idrogeno solforato e metano. Da alcuni affioramenti esce solo metano e se si va con l’accendino si genera una fiamma che può essere perenne. Non sono pericolosi, anzi hanno un loro fascino turistico. Per trovarli è consigliabile affidarsi a guide esperte.
Fonti d’acqua termale naturali
Tra le fonti d’acqua termale forse la più nota è quella lungo via Rio Ferrato: è un’acqua iper salina che contiene idrogeno solforato. L’acqua è potabile anzi con proprietà ritenute curative, citata da studiosi oltre due secoli fa.
«Se la agiti – spiega Benassi – si libera del gas. E’ un prodotto della trasformazione del salgemma profondo».
Il passo della Prè
Un’antica mulattiera di congiunzione tra le valli del Senio e del Santerno è il passo della Prè: attraversa la cresta gessosa da nord a sud. Sul percorso di pietre vi era un’antica frazione “Sassetta” di cui non restano che ruderi: una di quelle parrocchiette raggiungibili solo a piedi, testimonianza di una civiltà oggi fuori dal tempo.
Poi ci sono i “pistoliti”, rare concreazioni di calcite. Si trovano nelle grotte e somigliano alle perle di ostrica: si formano dentro vaschette naturali.
Si creano ruotando con la forza centrifuga dell’acqua, crescendo di diametro anno dopo anno.
Vita microbica
Nelle grotte, attaccati alle pareti, vivono microbi che insieme assumono colorazioni incredibili (viola, verde smeraldo, azzurro) come se fosse la tavolozza di un pittore. Sono un fenomeno di rara bellezza dal punto di vista estetico e singolare da quello scientifico.
Sono solo da guardare, se si toccano si fanno danni: proprio su questo ecosistema verterà la mostra al Centro Visite.

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