Rinascere a Belgrado: l'Italbasket alle Olimpiadi è una grande occasione da non perdere

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Torino, 9 luglio 2016, Belgrado, 4 luglio 2021. Due date che gli amanti della pallacanestro faranno fatica a dimenticare, perché rappresentano rispettivamente l’amarezza e la gioia più grandi vissute dall’Italbasket alla disperata ricerca del pass olimpico.

Inutile negare l’evidenza, quella cocente sconfitta incassata al Pala Alpitour quando la strada verso Rio 2016 sembrava spianata, ce la siamo portata dietro tutti noi baskettari fino alla domenica del redenzione. Era un’Italia allenata dal vate Ettore Messina, con tutti i talenti Nba nel pieno della maturità ed altri, come Alessandro Gentile, che sembravano destinati ad esplodere. La Fip aveva investito denari su denari per poter ospitare il Torneo Preolimpico e sfruttare l’occasione data pure da un sorteggio benevolo, perché una Grecia in fase calante e una Croazia alle prese con il ricambio generazionale non facevano troppa paura. Quel 9 luglio, invece, davanti ad un palace gremito in ogni ordine di posto, l’Italia si sciolse come neve al sole, perdendo per 78-84 dopo un supplementare e non senza qualche coda polemica, con il pubblico a beccare gli atteggiamenti divistici di alcuni azzurri e l’impressione di avere sprecato l’impossibile.

Di conseguenza, quando già l’anno scorso, il sorteggio del Preolimpico spedì l’Italia verso la Serbia, davvero nessuno, e sottolineiamo nessuno, credeva possibile il colpaccio. Si è messa di mezzo poi la pandemia a rinviare tutto di 12 mesi, a cambiare i tempi della Nba e di conseguenza i roster delle Nazionali alla caccia del pass olimpico e così, domenica 4 luglio, in un impianto storico per la pallacanestro europea come il Pioneer di Belgrado, l’Italia si è trovata a giocare la partita decisiva per Tokyo 2021. Come è andata a finire lo sappiamo tutti benissimo e non temiamo smentita sottolineando la grandezza della vittoria azzurra, sia per come è stata ottenuta, sia per il valore dell’avversario battuto e chiaramente per il peso dell’obiettivo centrato.

Ecco allora che proprio su questo ultimo aspetto vogliamo soffermarci. L’Italia mancava dalle Olimpiadi da Atene 2004, quando vinse a sorpresa l’argento, ma per spiegare le difficoltà del nostro movimento è illuminante un altro dato: nelle ultime 8 rassegne dei Giochi Olimpici siamo stati presenti appena 2 volte, mentre nelle precedenti 11 avevamo dovuto gli altri guardare giocare solo una volta (1956). Se ci aggiungiamo la miseria di 2 partecipazioni negli ultimi 5 mondiali e il 5° posto come miglior risultato agli Europei dal 2005 in poi, il quadro è completo. Insomma, la qualificazione a Tokyo 2021 rappresenta una splendida occasione di rilancio per tutto il movimento, chiamato a sfruttarlo al meglio perché non resti un semplice episodio. Come? Beh, il primo passo resta sempre quello dei risultati, quindi alle Olimpiadi sarà fondamentale fare più strada possibile e comunque confermare l’immagine di un’Italia fresca, giovane, energica e sfrontata. Il girone iniziale presenta insidie, ma se Australia, Germania e Nigeria li consideriamo ostacoli insuperabili, allora non si comincia neppure a parlare. Insomma, chi ha eliminato la Serbia in casa sua non può farsi spaventare da queste avversarie. Sull’onda del bottino olimpico, poi, si dovrà inserire il lavoro di Federazione, Leghe e club e qui, purtroppo, siamo molto meno ottimisti. In fondo se l’argento di Atene 2004 è…finito nel nulla, la colpa sarà pure di qualcuno e non certo di quel gruppo di giocatori che fece sognare. Insomma, raccogliere il testimone e sfruttare l’onda lunga della Nazionale spetterà ai dirigenti sportivi, nella speranza che si rivelino una volta tanto illuminati, altruisti e lungimiranti. Difficile dite voi? Purtroppo il pericolo è proprio questo, ma del resto non ci sono alternative. Crederci e sperare. Un po’ come già successo quel 4 luglio 2021, cinque anni dopo la grande delusione.

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