Rinascere a 36 anni: Dovizioso prova a imitare le magie di Rossi nel 2015

Andrea Dovizioso in pista dopo Valentino Rossi, per dimostrare che i senatori non fanno solo passerella ed imitare il dottore nel mondiale 2015. Il forlivese parte in sordina per l’anno 2022: la sua 20esima stagione mondiale e pochi gli danno credito. Nel 2020, ultimo anno con Ducati, si è lasciato sfuggire la possibilità mondiale: lui re della regolarità battuto da un Joan Mir che con una vittoria e tantissimi piazzamenti ha portato la Suzuki sul tetto del mondo.

A Borgo Panigale, soprattutto Gigi Dall’Igna, pensava che il romagnolo avesse già dato il suo meglio (tre volte vice campione di seguito dal 2017) ed ha scelto di puntare sui giovani: una decisione che si è rivelata positiva per la “rossa”, non solo con Pecco Bagnaia, ma con Jorge Martin ed Enea Bastianini sulla rampa di lancio. Mentre i nuovi fiori, sbocciavano Andrea rifiutava i ponti d’oro di Aprilia, nicchiava provando la Rsgp ed attendeva. Ora sappiamo che aspettava la grande possibilità in Yamaha, ma la sua scommessa appariva, allora, un azzardo di chi non ha più tante motivazioni...

Mentre lui aspettava e si allenava con il cross una nuova generazione di piloti spazzava via la vecchia: Rossi faceva la sua ultima stagione con un ruolo da comprimario, Marc Marquez lottava con i ben noti problemi di un fisico strapazzato per anni senza pietà con decine di cadute, la vecchia guardia cedeva il passo non solo a Mir, ma al predestinato Fabio Quartararo, a Martin e a Bastianini.

In Moto2 e in Moto3 Raul Fernandez e Pedro Acosta strabiliavano ed ammaliavano. A fine 2021 la scommessa di Dovi e del suo manager Simone Battistella si rivelava vincente ed il romagnolo approdava in casa Yamaha, sulla M1 ex Franco Morbidelli, con specifiche “B” diverse da quelle ufficiali. Un mezzo competitivo per giocarsi il titolo solo un anno prima, proprio con Morbido (l’arrivo del Covid aveva bloccato ogni sviluppo tecnico nel 2020), non altrettanto efficace nel 2021. Andrea si è trovato a lottare negli ultimi 5 gp in fondo al gruppo, centrando i seguenti piazzamenti: 21°, due volte 13°, 14° e 12°. Poca roba davvero per chi era abituato a lottare per il podio o la vittoria. Per alcuni è un segnale della fine della carriera, per altri solo il necessario pedaggio da pagare alla sosta ed all’ingresso in gara a giochi ampiamente iniziati.

Questo avvio del 2022 ci dovrà dire se Dovi ci regalerà il bis del 2021 di Rossi, come teme il patron del suo team Razlan Razali, o sarà capace di raccogliere il guanto di sfida lanciato dalle nuove generazioni di piloti affamati di gloria. Il manager malese non credeva nell’operazione Dovi, ma si è inchinato alla volontà di Yamaha e del nuovo sponsor principale del team: la veronese WithU che voleva un forte pilota italiano in sella. Toccherà ora al Dovipower mostrargli l’errore. Certo il romagnolo è pilota metodico e preciso: crescerà costantemente ed arriverà a offrire quello che è stata la sua cifra negli anni, una costanza di piazzamenti. Conoscendolo lo attendiamo fra i primi, subito fra il 3° ed il 6° posto. Se ha fatto la figura della principessa o del poco motivato nella trattativa con Aprilia è solo perché attendeva il “treno” Yamaha. Ora che è passato ed è riuscito a salirci non farà certo passerella. Sarà bello vedere i giovani leoni lottare con questo dalla criniera più anziana, ma ancora voglioso di ruggire. Il paragone con Rossi non “Vale”: lo scorso anno, il campione di Tavullia aveva 42 anni, Dovi ne compie 36…. A questa stessa età, nel 2015, il dottor Rossi si giocava il titolo mondiale con Jorge Lorenzo e solo l’intromissione di un Marc Marquez iper aggressivo volse la tenzone a favore del connazionale. Se vogliamo paragonare i due facciamolo con lo stesso numero di primavere…. Chissà che Dovi non riesca a centrare il numero 1, coronando così una carriera che lo ha visto sempre vicino a grandi traguardi, che gli sono sfuggiti per poco.

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